Fämìä de 'nä òltä
di Marisa Viviani

Proseguono a ritmo sostenuto a Bagolino le iniziative collaterali al carnevale, che preparano il clima festoso dell'attesissima ricorrenza.


Altre feste minori, che però stanno crescendo e divenendo tanto coinvolgenti da non far rimpiangere la festa maggiore.
Tra le varie già collaudate con successo, c'è l'esordiente “Fämìä de 'nä òltä”, nata da una costola delle lezioni dialettali tenute negli anni scorsi e divenuta una promettente anticipazione di iniziative analoghe per il futuro.

Ideatrice di questa nuova proposta è Versilla Salvadori con l'appoggio morale e logistico del parroco don Paolo Morbio; interpellati sull'originale iniziativa i due creativi collaboratori così hanno commentato.

«L'idea è partita dall'esigenza di rinnovare le serate di incontro sul dialetto organizzate negli anni precedenti, dando un significato concreto anche al dialetto stesso, che un tempo era una vera lingua conosciuta e usata da tutti e che oggi invece rischia di perdere valore culturale, specialmente presso le giovani generazioni.
Abbiamo pensato quindi di ritrovarci in un ambiente dove ricreare momenti di vita contadina dei tempi passati e coinvolgere i ragazzi, che hanno risposto volentieri all'invito di partecipare a questo nuovo allestimento, in parte teatrale, in parte festaiolo.
Lo scopo è far conoscere e trasmettere le nostre tradizioni contadine e consolidare lo spirito della comunità».

Così la canonica si è trasformata per una serata in un palcoscenico su cui sono state rappresentate scene di vita della fämìä de 'nä òltä, con adulti e ragazzi in abiti tradizionali che svolgevano le attività consuete della vita contadina, per ritrovarsi in occasioni speciali riuniti attorno ad una tavola imbandita, per mangiare, cantare e suonare in allegria.

Mentre i fänzì preparavano i fästälì, le lgiàle sgranavano el formintù, le fómle cucivano e avvolgevano i glämós-cc, nella cozìnä la polèntä cuoceva nello stégnà e el bröt de gälìnä bolliva in un enorme pignatù.

E dopo i lavori della giornata, tutti a tavola, lä màre disponendo per la distribuzione del cibo, el pàre, compìto nel suo ruolo di capofamiglia, facendo gli onori di casa all'ospite, el préòst, impegnato a benedire il pasto e i commensali.
Al termine del pranzo ecco la festa, con il Coro Ciclamino e il gruppo mandolinistico “8 Corde”, chiamati a tenere allegra la compagnia con canti e musica popolare.

Così la rappresentazione della fämìä de 'nä òltä, tra finzione e realtà, tra serietà e divertimento, ha compiuto un altro passo verso l'appuntamento del carnevale, che a Bagolino si attende con entusiasmo da un anno all'altro, e sempre con nuove idee all'insegna del festeggiamento.

Questa iniziativa però, oltre al divertimento che è assolutamente scontato, punta anche a valorizzare la cultura tradizionale, a cominciare dalla difesa del dialetto e della socialità.
E questo è un bel modo per andare incontro ad un sano divertimento, imparando nel contempo la convivenza civile e solidale.
Una buona proposta insomma, da ripetere ed ampliare, con i complimenti per chi l'ha pensata e per chi ha collaborato all'allestimento e alla rappresentazione, e per chi ha presenziato come spettatore.

Marisa Viviani

Nella foto di Luciano Saia, la fämìä de 'nä òltä riunita attorno alla tavola per il pranzo e la festa contadina.


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