«La solita commedia»
di red.

Ancora non è chiaro cosa se ne farà del teatro di Sopraponte, inaugurato in pompa magna e poi sottoutilizzato. Una vicenda per la quale Gavardo Rinasce presenterà al prossimo Consiglio comunale l'ennesima interpellanza



Gavardo Rinasce, a firma delle quattro "consigliere" Manuela Maioli, Ombretta Scalmana, Caterina Manelli e Daniela Bresciani, hanno diffuso oggi una nota che fa il punto sul Sant'Antonio di Sopraponte.
Eccola.

«Del Teatro “Sant’Antonio” di Sopraponte si sta parlando da troppo tempo -non per le attività e per gli spettacoli che vengono proposti- ma per il suo costo ed il suo inutilizzo!
Nonostante l’atto per l’acquisizione del diritto di superficie (da parte del Comune) sia del 1/08/2013, la “posa della prima pietra” del 18 maggio 2014 (in pompa magna una settimana prima delle elezioni comunali) e la sua inaugurazione del giorno 8 dicembre 2016, la commissione pubblico spettacolo pare abbia espresso solo recentemente un parere favorevole all’utilizzo dopo molti pareri contrari e una serie di prescrizioni.

Fra poco saranno però già passati 5 anni dalla stipula del contratto di cessione del diritto di superficie e dall’8 dicembre 2016 -data dell’inaugurazione- ad oggi il teatro è stato usato “soltanto quattro volte” tra l’altro con l’autorizzazione “speciale” del sindaco (precedentemente alla sua condanna e sospensione) o del vicesindaco, che si sono assunti la responsabilità rilasciando autorizzazioni temporanee d’uso.

In concomitanza con ciascuno di questi eventi,
molte persone ci hanno segnalato quanto l’acustica del teatro dopo il restauro sia pessima!
Purtroppo era prevedibile, perché una relazione sulla “Valutazione dell’acustica interna del cinema teatro sant’Antonio” datata 29 luglio 2015 già affermava che, visto il progetto, erano necessari “interventi migliorativi concernenti le pareti e la copertura del teatro” per evitare il “superamento dei valori previsti dalla normativa”. 

Ma questi interventi non sono stati mai fatti
ed oggi il teatro è praticamente inutilizzabile per uno spettacolo o per un concerto, dato il riverbero acustico davvero fastidioso!
La Banda di Sopraponte -per fare un esempio- ha dovuto sistemare in fretta e furia pannelli fonoassorbenti per fare il suo concerto!

La vicenda del Teatro “Sant’Antonio” è ormai tristemente nota nei suoi aspetti sostanziali!
La proprietà è della Parrocchia di Sopraponte. Nel 2013, il Sindaco Vezzola ed i suoi decidono che il teatro vada ristrutturato con i soldi del Comune, decidono che sarà Gavardo Servizi s.r.l. ad occuparsi della cosa (Gavardo Servizi s.r.l. è partecipata al 100% dal comune di Gavardo).

Viene stipulato un contratto nel quale la Parrocchia cede il diritto di superficie per 30 anni alla Gavardo Servizi s.r.l.
Quest’ultima si occuperà dei lavori e del successivo utilizzo e trascorsi 30 anni il teatro tornerà nella piena proprietà della Parrocchia.
Tralasciamo i dettagli sulle responsabilità delle manutenzioni ordinarie e straordinarie e su altri aspetti non secondari: andremmo troppo per le lunghe.

Però, c’è un punto importante! Gavardo Servizi ha stipulato due contratti di mutuo per totali € 1.500.000 (un milione e cinquecentomila euro) per l’esecuzione dei lavori.
Il rimborso delle rate di questi mutui sarà “a carico dei cittadini gavardesi” che finiranno di pagare il debito più o meno nel 2045.

Come Gruppo Consiliare Gavardo Rinasce
abbiamo presentato numerose interpellanze per cercare di capire quando e come potrà essere utilizzato in sicurezza e nel rispetto delle norme questo “prezioso” luogo.
Nel prossimo consiglio comunale sarà discussa un’altra interpellanza, perché a questo punto tutti i cittadini hanno il diritto di sapere come, quando e con quali costi questo luogo pubblico potrà essere finalmente utilizzato.

Recriminare sulle sciagurate scelte compiute in passato non serve più.
Il valore di un teatro come luogo di incontro, di aggregazione e di cultura è fuori discussione.
Se questo fosse stato l’obiettivo reale della “scelta politica di chi ci ha governato e governa tuttora” si sarebbero percorse altre strade, magari con il reale coinvolgimento di tutti, ascoltando i tecnici e rispettando le prescrizioni normative.

Invece, è successo tutt’altro. Anziché realizzare un’opera a regola d’arte e soddisfare le esigenze dei cittadini e delle molte associazioni gavardesi, il costoso intervento di risanamento si è rivelato essere come una moneta di scambio elettorale, una vera e propria cambiale.

Qualcuno ne ha tratto certamente dei vantaggi. Ai cittadini gavardesi resta da ascoltare soltanto e sempre la stessa musica: a pagare saranno loro!
Infatti, se in futuro vorremo ascoltare un buon concerto o goderci uno spettacolo, saranno necessari altri soldi».

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