Rispettata la ricorrenza dei «brusin»
di Aldo Pasquazzo

La comunità di Castel Condino si è ritrovata sabato scorso per commemorare il tragico incendio del 1884 che distrusse buona parte del paese


Il 31 gennaio 1884 larga parte del paese di Castel Condino fu distrutta da un incendio con un danno calcolato in circa 300 mila fiorini austriaci.

Le fiamme avevano risparmiato solo la chiesa, il campanile e la zona di Nose. Due le vittime: Paola vedova Tarolli di 80 anni e Giacomo Bersa che di anni ne aveva 75.

Tra le tante offerte pervenute allo scopo di ricostruire il paese, mille fiorini austriaci donati dall'Imperatore d'Austria Francesco Giuseppe e un altro obolo da parte della Società Alpinisti Trentini di Trento e Rovereto.

Ebbene, da allora ogni anno nell'ultimo fine settimana di gennaio la gente e le istituzioni di Castel Condino si ritrovano per ricordare questo tragico avvenimento: il rogo era stato provocato per gioco da due bambini.

“A quel tempo il paese contava 960 abitanti rispetto ai 220 di adesso”, ricorda l’insegnate estorico castellano Vittorino Tarolli, fratello di Ivo, ex senatore.

E così sabato scorso, nel rispetto della tradizione, oltre alla deposizione di corone e alla solenne Messa preceduta dall’ufficio dei defunti: cerimonie molto partecipate e presiedute dall’arciprete don Vincenzo Lupoli. È poi seguita una cena comunitaria.

“Una festa per ricordare, ma ricordare, in questo caso, significa anche prevenire” ha detto nell'occasione il sindaco Stefano Bagozzi. Il primo cittadino ha poi ricordato “morti, sofferenze e sacrifici fatti per ricostruire il paese, paese che nel tempo subì aggiustamenti e modifiche urbanistiche radicali, al fine di separare le costruzioni e nel contempo rendere meno difficile e complesso lo spegnimento di altri eventuali incendi”.

Ai propri vigili del fuoco il primo cittadino ha detto: “La vostra è un'attività di prevenzione silenziosa, tempestiva, efficace e rassicurante: come sindaco vi ringrazio sia per il sentimento di appartenenza al corpo sia per quanto avete fatto e quanto ancora andrete a fare per la vostra gente e per il paese”.
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