Le lacrime di mamma Adela
di red.

Tutto sembra ancora sospeso all'obitorio di Brescia, dove il piccolo Dominic riposa in attesa di sepoltura



Sembra che dorma nella sua cameretta. Dominic è nel lettino, coperto solo da un lenzuolino.
Ci sono i suoi giocattoli, gli adorati dinosauri. Accanto a lui c’è mamma Adela, i suoi occhi sono carichi di lacrime. Lacrime infinite.
Niente e nessuno può confortarla, impossibile distogliere dal dolore una madre che ha perso il suo amato angioletto.

Ma purtroppo questa è la realtà. L’inconcepibile realtà.
Perché anche la vita di mamma Adela, 28 anni soltanto, si è fermata sabato notte, quella telefonata che mai nessuno dovrebbe ricevere: e poi soltanto il buio.
L’abisso dal quale sembra non poter riemergere.

Per accudire al meglio il suo bambino, mamma Adela aveva anche cambiato lavoro, dal bar era passata in una gastronomia.
Vivevano insieme a Salò.
Papà Andrea abitava invece a Provaglio Valsabbia.
Come spesso accade l’amore giovanile tra i due si era spento, a unirli era rimasto solo il piccolo Dominic: luce degli occhi di entrambi i genitori.

Il bambino passava la settimana con mamma Adela, un fine settimana ogni quindici giorni lo trascorreva con papà Andrea.
Com’è accaduto sabato. Il sabato che per sempre rimarrà quello della tragedia.

Papà Andrea ora è in ospedale,
ci sono le ferite del corpo da curare (non gravi) e quelle dell’anima.
Ognuno può solo immaginare il senso di colpa che pesa sul cuore del giovane padre. Come ognuno può solo immaginare cosa passi nella mente di una mamma che non potrà più rivedere il sorriso del suo piccolo di soli quattro anni.

All’obitorio nessuno ha la forza di dire nulla.
Tutti tentano di farsi forza a vicenda, le famiglie sono unite. Non c’è nulla da recriminare, non c’è rabbia. Solo dolore. Il piccolo Dominic è ancora lì tra loro, sono gli ultimi attimi prima dell’addio. Si vive come in una dimensione sospesa, come se si volesse credere di essere finiti in un incubo dal quale ci si può risvegliare.

Non c’è pace nemmeno fra Salò e la Valle Sabbia dove tutti si interrogano e si chiedono come una disgrazia di queste proporzioni abbia potuto accadere.
Se è vero che la dipartita di un figlio è sempre per un genitore un dolore difficile da sopportare, infatti, quando capita ad un bimbetto di pochi anni tutti si sentono un poco papà o mamma e l’angoscia diventa una faccenda collettiva.
Ma come ha potuto succedere! Anche chi ha fede vacilla: di fronte a fatti di questo genere si fa fatica a scorgere la possibilità di un disegno divino.

Intanto emergono alcuni particolari: l’auto alla cui guida c’era papà Andrea correva nella notte, di rientro da un paese del Mantovano dove si erano recati per festeggiare il compleanno di un parente.

Sono sempre gli ultimi chilometri a tradire
chi è stanco al volante: se sei lontano ti fermi, anche solo per uscire dall’abitacolo a prendere un po’ d’aria.
Quando invece sei vicino a casa le palpebre pesanti preoccupano di meno: tieni duro, cosa ci vuole, ancora poche curve e ci siamo.

Dormiva Valeria sul sedile accanto al guidatore. Dormiva Dominic dietro. Prima di entrare in quella galleria, la Prada che separa i territori di Vobarno e Sabbio Chiese, ad una manciata di chilometri da Cesane di Provaglio, si è addormentato anche Andrea. Solo un attimo.
Quando sono arrivati i primi soccorritori Andrea, che era quello messo meglio, aveva già tirato fuori dall’auto sia Valeria sia il piccolo Dominic.

Era ben legato nel seggiolino il piccolo angelo? Se lo chiedono tutti quanti.
La Polizia Stradale ritiene che tutto fosse a posto, anche se si riserva di eseguire ulteriori accertamenti sull’auto che nel frattempo è stata posta sotto sequestro.

Qualche indicazione in più
potrà arrivare anche dall’esame autoptico disposto sul corpicino di Dominic. Intanto Salò e la Valle Sabbia attendono di poter dare al piccolino l’ultimo saluto.


190128_provaglio_1.jpg