Sei ore in attesa
di Corrado Usardi

Egregio Sig. Direttore Le scrivo per esprimere il mio (ma non solo mio) disappunto per la situazione creatasi al pronto soccorso di Gavardo sabato 27 gennaio, nello ore pomeridiane


Come potrà notare dalla foto allegata, mia figlia, numero settanta della lista, portata in p.s. a seguito di un incidente stradale, e qui presa in carico e messa in attesa in codice verde alle ore 15.28, alle ore 21.31 non era ancora stata visitata da un medico.

Questo lunghissimo periodo di attesa ha comportato che nel frattempo il reparto di radiologia venisse chiuso e quindi che, dopo la visita medica sostenuta alle ore 10.02 (come potrà facilmente verificare) il personale non abbia potuto far altro che invitarci a tornare il giorno successivo per le radiologie di rito (a titolo di conoscenza le stesse hanno dato esito negativo e quindi ho pagato il ticket di € 25.00 come da normativa regionale).

Non essendo mia abitudine esternare inutili lamentele le faccio notare la causa del disastroso pomeriggio vissuto dal p.s. che poteva essere facilmente risolta.

Al momento del nostro arrivo in p.s. lavoravano 2 ambulatori, ovvero 2 medici, che nonostante il notevole afflusso di pazienti (come il personale ci ha poi fatto notare, alle ore 21.00 eravamo oltre le 100 unità) smistavano e visitavano oltre ai codici giallo e rosso anche i pazienti in codice verde (che comunque non sono lì per passare un po’ di tempo ma per necessità di salute) .

Il problema è esploso alle ore 18 e/o 19 quando uno degli ambulatori ha smesso di funzionare in quanto il medico ha finito il suo turno. Ciò nonostante la lista di attesa fosse ben oltre le 10 unità e ovviamente l’afflusso di pazienti continuasse.
Personalmente non so se effettivamente quel giorno vi fossero più pazienti di quanti solitamente attesi al sabato pomeriggio, né posso sapere quante ore di lavoro avesse già fatto il medico che finiva il turno. Posso però dedurre che, se a quel medico fosse stato chiesto e/o consentito di fare una o due ore di straordinario si sarebbe ottenuto che:

• La lista di attesa sarebbe velocemente stata smaltita e/o accorciata parecchio.
• I pazienti con necessità di esami radiologici sarebbero stati inviati in reparto prima della chiusura dello stesso, ovvero senza essere costretti a tornare il giorno successivo.
• Il personale paramedico ed infermieristico non sarebbe rimasto inutilmente a offrire cure palliative (acqua e parole) a pazienti sempre più insofferenti all’attesa (ribadisco 6 ore e 30 minuti per mia figlia, ma altrettanto per molti altri pazienti, ma sono certo abbia modo di avere un resoconto dettagliato in merito). Personale che a mio modesto parere sembrava avere poco, per non dire nulla, da fare vista la mancanza di medici che indirizzassero il lavoro.

So che smentirà le mie affermazioni con l’evidenza dei dati, ma mi premeva farLe notare quanto sopra.

Cordialmente,
Corrado Usardi - Toscolano Maderno

La lettera è stata inviata via mail contestualmente anche agli organi direzionali dell'Asst Garda ed è a loro che il sig. Usardi chiede delle risposte.
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Nella speranza che possa ottenere dalla direzione Asst esaudienti risposte, signor Usardi, la ringrazio per la pacatezza con cui ha esternato il suo disappunto.
Ubaldo Vallini




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