Bus in corsa perde due studenti
di val.

E' andata bene che si sono fatti poco male, ma lo spavento è stato tanto quando la portiera posteriore del bus si è aperta e due ragazzi sono volati fuori. E' successo a Vobarno



«Nessuna denuncia, non mi interessa. Voglio però che si sappia cosa è successo, per questo vi ho chiamati, perché queste cose non devono accadere».
Antonio fa l’operaio e ha messo su famiglia a Bione.

L’unica figlia quindicenne frequenta l’Itis Perlasca a Vobarno e martedì, mentre stava tornando a casa, è letteralmente volata fuori dall’autobus.
Lei insieme ad un suo coetaneo di Vestone.

I due ragazzi, stando al loro racconto, erano accalcati in piedi nella parte posteriore del pullman perché seduti non ci stavano.
Quando l’autobus ha affrontato la rotonda che a duecento metri dalla scuola immette sulla Provinciale IV sono stati spinti dagli altri e dalla forza centrifuga verso la portiera con l’apertura ad aria, che si è aperta.

«Loro due sono rotolati fuori e sono finiti sull’asfalto
, se ne rende conto – ci dice Antonio -. Ti vengono sempre mille paure quando tua figlia esce con gli amici, non pensi proprio che possa rischiare la vita andando a scuola».

Pura fortuna che non ci siano state conseguenze fisiche importanti, anche se la ragazzina verso sera ha cominciato ad accusare dolori e ieri mattina invece che andare a scuola è stata portata al Pronto soccorso di Gavardo, dove hanno riscontrato alcuni traumi e qualche escoriazione.
Non si sa, perché non siamo riusciti a rintracciarne la famiglia, di eventuali postumi per il ragazzo.

«Dietro all’autobus si sono fermate alcune auto, poi un altro bus sul quale c’era un controllore – aggiunge Antonio al suo racconto -. Ha preso le generalità dei due ragazzi, ha chiesto loro se era il caso di chiamare un’ambulanza e quando i due hanno negato li hanno fatti risalire sull’autobus e mandati a casa, senza nemmeno avvisarci, senza chiamare vigili o carabinieri, mentre l’autista imprecava perché giusto il giorno prima quell’autobus era stato revisionato.
Andiamo bene: però i 68 euro ogni mese per l’abbonamento li esigono.
Ma siamo sicuri che possano caricare i ragazzi a quel modo?».

Pigiati spesso sull’autobus, dopo una vera e propria gara per salirvi, i ragazzi non avrebbero alternative, perché aspettare la corsa successiva significherebbe perdere la coincidenza e arrivare a casa ore dopo.

«Siamo dispiaciuti per l'accaduto e vicini alle famiglie dei ragazzi coinvolti. Il mezzo è accuratamente revisionato e controllato e non ci risulta che in quel momento a bordo ci fossero più persone della capienza certificata». I

ll direttore d'esercizio Roberto Salerno, interpellato dal Giornale di Brtescia in merito all'accaduto, precisa anche che «è stata disposta una verifica tecnica sul bus e un'indagine interna.
Non possiamo neppure escludere che qualcuno sul bus abbia inavvertitamente urtato la leva dell'apertura di emergenza».


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