«Tre manifesti a Ebbing, Missouri»
di Elena Ferremi

Mildred, madre di Angela, una ragazza violentata e uccisa per strada, decide di affiggere tre enormi manifesti provocatori su una strada poco fuori città. Rivolgendosi direttamente allo sceriffo, a capo di un corpo di polizia pigro e poco interessato al caso, susciterà il dissenso dell'intera comunità


Ambientato nel cuore degli Stati Uniti, in un Missouri rozzo, volgare, un po' indietro sulla tabella di marcia del progresso, “Tre manifesti a Ebbing, Missouri” è una storia segnata da una drammaticità profonda, celata dietro un umorismo noir. 
 
Mildred è una madre che non si rassegna a non avere un colpevole tra le mani, mentre sua figlia, stuprata, brutalmente uccisa e bruciata, giace sepolta due metri sotto terra da ormai quasi un anno. Vuole creare scompiglio, fare in modo che la polizia si dia veramente da fare per risolvere il caso, ma forse, più di tutto, vuole fare breccia nel cuore di Ebbing per far sì che Angela e la sua tragedia non vengano dimenticate. 
 
In un miscuglio di violenza, omofobia, razzismo, il regista non cerca un'impronta standardizzata per la sua opera, che si erge diffidente rispetto ai generi classici, ma le dona un'orma più personale e unica.
 
Il risultato è un film che sì, racconta una storia disperata e triste, ma che si colloca in un contesto politico reale, quasi a voler sembrare una denuncia sociale verso atteggiamenti e pensieri che, in un paese come gli Stati Uniti d'America, emblema della modernità culturale, crediamo comunemente superati.
 
Ma non è tutto: il risultato si può anche definire spiazzante, mosso a disorientare lo spettatore a tal punto da farne cogliere l'essenza indiscutibile: non serve una storia sensazionale per fare del buon cinema.  
 
Candidato a sei Golden Globe e vincitore di due, il premio alla miglior attrice protagonista per Frances McDormand e al miglior film drammatico, vanta un cast di tutto rispetto. Non c'è bisogno di ribadire la bravura della Mcdormand, calata cosi bene nella parte da sembrare tanto realistica, affiancata da Woody Harrelson, forse un po' oscurato da un'interpretazione piuttosto originale di Rockwell. 
 
Non resta che attendere con tanta impazienza le candidature ai magici Oscar. 
 
REGIA: Martin McDonagh
ANNO: 2017 (nelle sale italiane dall'11 gennaio 2018)
CAST: Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell, Peter Dinklage.
GENERE: drammatico
DURATA: 115 minuti
GIUDIZIO: ■■■■□ 
 
Ecco il trailer.

 
 
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