Il principe cadetto
di Luca Rota

C’è chi in seconda fila brilla ed in prima s’eclissa. Forse questa massima di Voltaire sintetizza in pieno la carriera della figurina in questione


Stiamo parlando di Stefan Schwoch, punta bolzanina dalla chioma alla Conan il barbaro e senso del gol a iosa. Non a caso il secondo miglior marcatore di sempre della serie cadetta.

Tante presenze e soprattutto tante reti in B, a confronto di una sola esperienza in A. Tre promozioni, con Venezia, Napoli e Torino, nelle quali ha sempre trascinato le squadre a suon di gol. Dopo i granata, agli inizi del millennio, ormai trentunenne decide di restare tra i cadetti non seguendoli in A. Sceglie Vicenza ed il biancorosso che fu di Paolo Rossi e Roby Baggio (oggi tristemente sull’orlo del fallimento).

Perché evidentemente la massima Serie non gli è mai andata a genio (solo 2 gol in 14 presenze), ed a differenza di altri, Schwoch i gol ha sempre preferito farli in B. Ravenna, Venezia, Napoli, Torino, Vicenza. Tra l’Emilia ed il Piemonte passando per il Veneto, ne ha fatti 135, ed emblematiche sono le ultime sette stagioni all’ombra del “Menti”, dove approda già datato, e vi appende le scarpette al chiodo quasi quarantenne, sempre continuando ad andare in gol con costanza, fino alla fine.

Un storia semplice (per dirla alla Leonardo Sciascia) la sua, condita da un gran numero di marcature tra i cadetti, di promozioni e di scelte di vita calcistica. Secondo soltanto al biellese Costanzo, che di reti ne aveva segnate 8 in più, anche se con una disposizione differente delle categorie (nei campionati del dopoguerra c’era il girone misto B-C dell’Alta Italia).

Schwoch invece, le sue 135 le ha segnate tutte in B (più quelle messe a referto tra C e Dilettanti), che era ed è ancora oggi campionato di tutto rispetto. Soprattutto per chi doveva buttarla dentro come Stefan da Bolzano, numero nove, goleador.


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