«Brescia sotto le bombe»
di Federica Ciampone

L'esposizione, che verrà allestita in città da ottobre a novembre, abbinerà alla ricerca storica la possibilità, per i cittadini, di partecipare condividendo con la comunità fotografie, filmati e reperti del quinquennio 1940-1945


Tracciare un percorso a partire dai preparativi anti-aerei messi in campo a Brescia all'ingresso dell'Italia nella seconda guerra mondiale, fino ad arrivare ai bombardamenti del biennio 1944-1945. 
 
Questo l’obiettivo principale di «Brescia sotto le bombe (1940-1945)», la mostra che sarà ospitata a Palazzo Martinengo dal 13 ottobre all’11 novembre. L'esposizione è inserita nel progetto «Sei al Martinengo» di Provincia di Brescia e Fondazione Provincia di Brescia Eventi.
 
La mostra è curata da Elena Pala, docente dell’Università degli Studi di Milano, e dal Centro studi e documentazione Rsi di Salò, presieduto da Roberto Chiarini.
 
Qual è la peculiarità di questa mostra, rispetto a quelle più “classiche”? Oltre alle testimonianze già raccolte – tra cui circa 600 scatti della Wermacht e alcuni video girati dai soldati americani e rinvenuti nel Maryland – i cittadini potranno contribuire all’allestimento dell’esposizione portando fotografie, filmati, oggetti, documenti e testimonianze dell’epoca da loro posseduti. 
 
Da gennaio a giugno sono previsti degli appositi «collection day», giornate in cui i cittadini potranno portare nella sede del Giornale di Brescia, partner dell’iniziativa, tutto il materiale relativo al quinquennio che desiderano condividere. Per info e prenotazione obbligatoria 331/8547907, info@bresciasottolebombe.it.

La mostra comprenderà anche un percorso appositamente studiato per gli alunni delle scuole elementari e medie e un catalogo a misura di bambino edito dalla Compagnia della Stampa.
 
Tutti i materiali consegnati dai privati saranno fotografati, catalogati e restituiti ai proprietari; gli scatti verranno utilizzati nella mostra e caricati online sul sito in costruzione bresciasottolebombe.it. 
 
La mostra, una volta terminata in città, sarà itinerante in alcuni dei principali Comuni della provincia.


In foto il bombardamento di Gavardo del 29 gennaio 1945
 
 
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