La preistoria di Vallio Terme
di Gabriele Bocchio

Nell’ultimo numero degli “Annali del Museo” di Gavardo anche la ricerca dedicata al sito di culto protostorico e romano di Oriolo, posto su un piccolo dosso lungo la strada che porta sul monte Ere di Vallio


Esattamente due anni fa, con la scoperta delle fondamenta della struttura difensiva medievale di Vallio Terme, posta sul versante destro del torrente Vrenda a 424 metri di quota, in loc. S. Apollonia, si aprì il sipario sull’interessante e ricco scenario della storia (e preistoria) della valletta omonima.

La segnalazione, accompagnata anche da un rilevante interesse mediatico a più vasto raggio, innestò subito un vivace dibattito tra gli addetti ai lavori, non senza qualche locale inevitabile nota stonata sull’argomento, ed ebbe il pregio di sollecitare l’attenzione delle autorità preposte verso un sito di particolare importanza storico-archeologica oltre che a valorizzare maggiormente il progetto in tal senso voluto dalla amministrazione comunale locale a nome del suo sindaco Floriano Massardi.

Un’importante tappa di questo complesso e variegato itinerario di ricerca è giunta finalmente a conclusione: si tratta della pubblicazione sullo scavo e sullo studio del singolare sito di culto protostorico e romano di Oriolo, posto su un piccolo dosso lungo la strada che porta sul monte Ere di Vallio.

Il contributo è contenuto nel n. 21 degli “Annali del Museo “ di Gavardo appena dato alle stampe e svela come, ancor prima di ospitare gruppi di suoi frequentatori per la celebrazione di riti propiziatori, probabilmente anche in funzione del passaggio dall’età infantile a quella adulta, come indiziano alcuni pendagli/amuleto ritrovati, il dosso fosse già conosciuto fin dal periodo mesolitico (VIII-VI millennio a. C.) da gruppi portatori di tale cultura che hanno lasciato tracce del loro passaggio, costituite da alcuni piccoli manufatti in selce, probabilmente residui della scheggiatura di punte per l’esercizio della caccia sui monti circostanti.

Come già auspicato dal sindaco di Vallio Terme in occasione della conferenza programmatica di due anni fa, la sintesi di questi aspetti ora resi noti e di altri ancora in corso di studio o non ancora indagati dalla compagine scientifica già al lavoro dovranno senz’altro confluire in un complessivo progetto divulgativo che sia il frutto del coinvolgimento di tutti i possibili portatori delle attuali conoscenze e competenze al riguardo operanti sul territorio.

Sarebbe un vero peccato
non sfruttare al meglio questa favorevole opportunità di offrire alla comunità di Vallio Terme e al più vasto pubblico interessato il risultato di un lavoro pluridisciplinare, indispensabile per la completezza della ricostruzione delle vicende più o meno remote di questa piccola ma sorprendentemente ricca valle.

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