«Giulio Cesare»
di Davide Vedovelli

Continua la stagione del CTB con “Giulio Cesare”, rivisitazione del dramma di Shakespeare diretta da Àlex Rigola, con Michele Riondino e un cast di grande esperienza 


Un dramma senza eroi. Così Àlex Rigola reinterpreta il “Giulio Cesare” di Shakespeare, in scena da oggi, mercoledì 10, al 14 gennaio (alle ore 20.30 – domenica 15.30) al Teatro Sociale di Brescia (via F. Cavallotti, 20) per la Stagione di prosa del CTB Centro Teatrale Bresciano. Una produzione Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale.
 
William Shakespeare scrisse “Giulio Cesare” nel 1599, ispirandosi in parte a fatti storici e in parte alla traduzione di Sir Thomas North delle Vite dei nobili greci e romani di Plutarco. È la prima delle grandi tragedie del bardo. L’opera comprime - in meno di sei giorni - i tre anni che vanno dalla vittoria di Munda (45 a.C.) al suicidio di Bruto (42 d.C.): è così che l’intera narrazione diventa un unico, ininterrotto conflitto, personale e politico.

Un conflitto che attraversa anche la nuova versione dello spagnolo Àlex Rigola e che trova in Michele Riondino, apprezzato attore di cinema, teatro e tv, l’interprete ideale per il ruolo del nobile Marco Antonio. Rigola realizza la sua prima regia italiana tornando all’opera che lo fece scoprire a livello internazionale: un testo epico, intenso e appassionante che ruota intorno all’esercizio del potere, in questa versione impersonato da una donna, Maria Grazia Mandruzzato, nel ruolo di Cesare.

In lei si raccolgono le tante espressioni di “donne al comando” che al giorno d’oggi gestiscono le leve del potere con la stessa inflessibile determinazione dei loro omologhi uomini. È la dimostrazione che, al di là delle questioni di genere, tutta l’umanità è per sua natura soggiogata dalla fascinazione che esercita il predominio dell’uno sull’altro.

Chi incarna il potere ha gioco facile nel condizionare un’umanità alienata, immobile, quasi rassegnata e riluttante a mettersi in gioco per cambiare lo stato delle cose. Vivere appesi a un filo, in uno stato di precarietà, di contraddizione continua, di violenza pervasiva e latente: da questa condizione umana prende avvio la strada che Rigola ha scelto di percorrere per guidare il lavoro dei 12 attori in scena.

Come si può gestire la violenza che divide gli uomini? Come si fa a chiedere a qualcuno, anche se solo per finzione, di uccidere un proprio simile? Quali sono i presupposti da cui partire per organizzare una rivoluzione? Su queste e altre questioni eternamente attuali si è confrontato il cast selezionato dal regista spagnolo, dove i ruoli centrali di Bruto e Cassio, affidati a due interpreti di grande esperienza come Stefano Scandaletti e Michele Maccagno, arrivano a credere contemporaneamente che l’assassinio del leader sia l’unica via percorribile. Ma dopo il delitto? Che cosa costruiranno una volta messo a segno il loro piano di distruzione?

Bruto, Cassio e gli altri congiurati non sanno quali saranno le conseguenze delle loro azioni. In fondo sono semplicemente degli esseri umani e in quanto tali pieni di contraddizioni. In questo dramma romano non ci sono eroi ma soltanto uomini. E non ci sono eroi, perché nel "Giulio Cesare" non ci sono certezze, né valori assoluti. Tutto passa e tutto cambia; i miti sorgono e decadono per essere sostituiti da altri che a loro volta crolleranno; la realtà è inafferrabile e sfuggente, osservabile da mille punti di vista, suscettibile di mille interpretazioni.
 
 
TEATRO SOCIALE
Via Felice Cavallotti, 20 - Brescia
Tel. +39 030 2808600
biglietteria@centroteatralebresciano.it
 
Orari botteghino
Nei giorni di spettacolo:
Giorni Feriali (tranne lunedì, giorno di chiusura) dalle 16.00 alle 19.00
Domenica dalle 15.00 alle 18.00.
 
 
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