Per la sicurezza delle acque del Garda
di Jessica Freddi

L’anno nuovo è appena iniziato e già sul Garda si parla del probabile numero di presenze per la prossima stagione turistica. Prima di tutto, però, è indispensabile mettere in sicurezza le acque


A pochi giorni dall’inizio dell’anno nuovo, sul Garda si parla già dei probabili numeri per la stagione che verrà, anche se non dovremmo dimenticarci di qualche scivolone che ha colpito il territorio gardesano.
 
Nel 2017 sul Garda, nei brevi mesi della stagione estiva, siamo riusciti a passare dalle analisi a pieni voti per acque eccellenti ai divieti di balneazione, in particolare sulle spiagge di Manerba del Garda, dove è stato dichiarato il divieto di balneazione dopo alcune analisi, che avevano rilevato un’anormale concentrazione di Escherichia Coli. Un inquinamento, quindi, di origine fecale, che sembrava provenire dal sistema fognario o dalla rete idrica interna.
 
Il Lago di Garda, meta che registra milioni di presenze ogni anno, è soggetto a forti elementi di criticità per quanto riguarda le sue acque, dovuti sia alla grande affluenza di turisti che ai numerosi residenti.
 
La maggior parte delle acque reflue urbane della nostra sponda bresciana e di quella veronese confluiscono attualmente nell’unico depuratore di Peschiera del Garda, in funzione dalla metà degli anni Ottanta, ormai inadeguato rispetto ai quantitativi di liquami che deve trattare. Data l’età dell’impianto, sono sempre più possibili eventuali rotture, e  il conseguente versamento dei liquami nel lago.
 
Oggi la necessità di mettere in sicurezza il sistema di smaltimento dovrebbe essere una delle prio-rità, ma purtroppo, come al solito, essa dovrà attendere i lenti ritmi di pubbliche amministrazioni e politici: il progetto preliminare “Interventi di riqualificazione del sistema di raccolta del reflui nel Bacino del lago di Garda”, redatto a inizio 2015, stabilisce che tutti i reflui della nostra sponda saranno convogliati a Visano, nella Bassa bresciana, e che le tubazioni siano interrate, eliminando così gli sfiori a lago.
 
A luglio il Ministero dell’Ambiente ha previsto l’attivazione di due sistemi di collettamento e depura-zione, uno nel bresciano e uno nel veronese: si è così dato il via ai lavori per il depuratore bresciano, che sarà pronto tra 10 anni.
 
Anche l’opinione pubblica è stata coinvolta nel valutare e aiutare l’attuale situazione delle acque del nostro lago, attraverso la petizione “Mettiamo in sicurezza le acque del Lago di Garda minacciata dall’inadeguatezza e dalla vecchiaia delle condotte fognarie subacquee”, lanciata dal giornalista Gianluigi Goi.
 
Sul sito change.org, dove ogni giorno passano milioni di utenti e di firme, è comparso questo ap-pello alle associazioni, alle comunità e agli enti, per spronare le autorità ad intervenire più rapidamente, che verrà poi consegnato al Ministero dell’Ambiente, alle tre Regioni e province coinvolte, a Legambiente e al WWF.
 
Prima di parlare dei nuovi numeri e delle nuove presenze, infatti, forse si dovrebbe pensare a come salvare le nostre acque, per continuare a rendere più appetibile il turismo sul Garda.
 
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