Gaver di nuovo raggiungibile
di val.

E’ durato una notte il blocco stradale lungo la Provinciale 669 fra Valle Dorizzo e il Gaver


Identica sorte anche fra Campolaro e il Bazena, lungo la Sp 345. A risolvere il rischio valanghe non tanto l’elicottero dotato di “Daisybell” come era stato ipotizzato, quanto le condizioni meteo verificate sul posto dal nivologo della Provincia.

Il mezzo aereo, infatti, non ha potuto intervenire con la campana “suonaslavine”, ma ha permesso di osservare meglio quanto potesse essere instabile la neve accumulata nelle ore precedenti con le copiose precipitazioni.

Fin dalle 8 e 30 del mattino di ieri, insomma, è stato dato il via ai mezzi spazzaneve col compito di riaprire il varco e permettere agli appassionati di montagna di raggiungere nuovamente le due località.

Operazione che, soprattutto per il Gaver, è risultata assai complessa.
Fra il primo paravalanghe e la Piana i piedi del Cornone di Blumone, infatti, i chilometri di strada da ripulire era cinque, sui quali si era posato circa un metro di neve.

Così l’impresa Mosca Costruzioni, che ha sede a Bersone nella Valle trentina del Chiese e che quest’anno ha l’appalto per la pulizia della 669, intervenuta con diversi mezzi fra i quali anche una “fresa”, ci ha messo tutta la mattinata e oltre per aprire una sola corsia. Ieri sera gli addetti con fresa, due pale e due camion con vomero e lama, si sono dati il cambio pronti a lavorare tutta la notte.

Da questa mattina la strada dovrebbe essere agevolmente percorribile in entrambi i sensi di marcia.
A complicare le operazioni, ieri, la presenza di numerose automobili che, impossibilitate ad entrare nei piazzali perché colmi di neve, parcheggiavano sulla sede stradale impedendo di fatto anche le operazioni di pulizia.
In un caso, in località Brominetto, sono intervenuti anche i carabinieri.

Questa mattina, limitatamente al Gaver, è previsto un nuovo sopralluogo con l’elicottero e un altro tentativo di “suonare” le slavine: «Il forte vento ha spazzato le creste diminuendo il rischio di scivolamenti, ma vale la pena effettuare una verifica – ci ha detto l’architetto Giovan Maria Mazzoli della Provincia -. Con le esplosioni mirate, se la slavina scende meglio, se non scende vuol dire che la neve è ben ancorata e siamo tutti più tranquilli».

C’è anche un aspetto positivo: la copiosa nevicata ha reso il Gaver un posto incantevole ed ha assicurato la “materia prima” migliore per gli sport invernali per almeno un paio di mesi.

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