Lo scavo «didattico» del Lucone
di Federica Ciampone

Il sito palafitticolo di Polpenazze, gestito dal Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo, è uno dei migliori esempi di archeologia pubblica di tutta la Lombardia
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Uno scavo di ricerca gestito da un museo, che affianca all’interesse puramente scientifico l’amore per la didattica rivolta non solo agli allievi delle scuole, ma anche ad altre tipologie di pubblico. È questa la grande peculiarità dello scavo archeologico del Lucone, che dal 2011 fa parte del patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco, insieme a circa altri 100 siti palafitticoli diffusi in tutte le Alpi. 
 
Si tratta di un’ampia conca, ora prosciugata, in cui in epoca preistorica sorgevano degli insediamenti su palafitte. L’area, già conosciuta nell’Ottocento, è stata riscoperta negli anni Sessanta e da allora ha iniziato ad occuparsene il Gruppo Grotte Gavardo, un’associazione da sempre impegnata nella ricerca, tutela, valorizzazione e divulgazione della storia e dell’archeologia della Valle Sabbia e dell’area del Garda occidentale. 
 
Tutti i reperti ritrovati nell’area durante le campagne di scavo effettuate nel corso degli anni oggi fanno parte della collezione del Mavs, il Museo Archeologico della Valle Sabbia, che ha sede nel centro di Gavardo, in piazza San Bernardino. 
 
È proprio il Museo, su concessione della Soprintendenza, a dirigere le campagne di scavo condotte ogni estate da archeologi professionisti coadiuvati da volontari, studenti di archeologia italiani e stranieri, allievi delle scuole superiori e membri del Gruppo Grotte. 
 
Le campagne di scavo estive sono aperte al pubblico e affiancate da visite guidate per le persone con disabilità psichiche o motorie e per gli allievi delle scuole. Proprio a loro sono dedicati numerosi laboratori didattici, basati sull’idea che la conoscenza si acquisisca soprattutto “sul campo”: laboratori di fusione del metallo, di ceramica e di simulazione di scavo, per dare l’opportunità a bambini e ragazzi di comprendere come si svolge concretamente una ricerca archeologica. 
 
Questa condivisione di saperi e di esperienze tra il Museo, i cittadini e la comunità locale rende il sito del Lucone uno dei migliori esempi di archeologia pubblica di tutta la Lombardia. 
 
Ecco il video che il laboratorio Archeoframe dell’Università IULM ha realizzato proprio a questo proposito, all’interno di un ciclo dedicato a "Le vie della valorizzazione in Lombardia".
 
 
 
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