Un «no» che cambia la vita
di Vera Boschini e Sabrina Grassi

“Abbi cura di splendere”. Questo è il motto che di giorno in giorno Giorgia Benusiglio porta in tutte le scuole d'Italia. Con parole semplici, come lei, attraverso l'esperienza che ha vissuto, ci informa sui vari rischi della droga


Il 10 novembre 2017, grazie al gruppo SILMAR, l'istituto Perlasca ha avuto la bellissima occasione di avere Giorgia Benusiglio come ospite che ha raccontato la sua storia.

Tutto iniziò una sera di ottobre 1999 quando Giorgia aveva solo 17 anni.
Era una ragazza come tante con la sola voglia di trascorrere una bella serata in compagnia dei suoi amici. Tutto sembrava normale: amici, discoteca, balli e qualche drink per smorzare la timidezza.

In una serata così apparentemente perfetta cosa mai avrebbe potuto succedere?
Accadde che, a causa dell'euforia del momento e di una scelta fatta senza pensare alle conseguenze, Giorgia assunse mezza pasticca di ecstasy.

Passarono i giorni e lei iniziò a star male, ma il suo primo pensiero non fu la mezza pasticca: "potrebbe trattarsi di un semplice dolore influenzale" pensò.
Invece arrivarono i primi cali di pressione, i professori e gli amici iniziarono a pensare che  potesse essere una forma di anoressia, visto il suo calo di peso evidente.

Una sera però i dolori peggiorarono e Giorgia fu costretta a ricorrere da sola al pronto soccorso, poiché i genitori erano all'estero per lavoro. In ospedale le fecero degli esami, senza individuare la causa del malessere e le chiesero se avesse assunto droghe.

Solo a quel punto Giorgia iniziò a pensare a quella pasticca.

Nuovi esami confermarono che proprio quello era il problema e che le rimanevano poche ore di vita. Il fegato in necrosi e il cuore rallentato equivalgono a morte sicura, se non fosse stato per una ragazza di diciannove anni che, a centinaia di chilometri di distanza, che si era schiantata in auto.
Grazie al suo fegato Giorgia è salva anche se deve stare attenta a ogni minimo errore. Oggi lei sa che con un semplice "no"  la sua vita avrebbe potuto essere diversa.

"Sono la nemica numero uno di me stessa" , con questa frase Giorgia ci ha fatto emozionare, perché vivere con la consapevolezza di aver deluso se stessa e i propri genitori non è per niente facile.

E se tutt'oggi è ancora viva è grazie alla ragazza che le ha donato una nuova opportunità e per lei si sente in dovere di non arrendersi mai nei momenti peggiori.
La scuola vuole ringraziarla per averci raccontato la sua storia e per essersi emozionata con noi e averci fatto capire che a volte basta un semplice no.

Vera Boschini e Sabrina Grassi 2ª Liceo

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