Mangiare insetti
di Valerio Corradi

Uno dei segnali più evidenti della globalizzazione che segna il nostro tempo è la diffusione di abitudini alimentari proprie di culture “altre” che vengono riscoperte in aree diverse del pianeta


In questo quadro l’utilizzo degli insetti per finalità alimentari è una pratica presente da sempre in alcune culture e ancora oggi diffusa in alcuni popoli. Di recente, anche in occidente, il tema ha sollevato interesse e si sta discutendo su come inserire questo particolare alimento in diete speciali.

L’ONU si sta interessando al possibile consumo di insetti nell’ambito di iniziative che cercano di stimolare il reperimento di nuovi alimenti proteici che col tempo potrebbero integrare o addirittura sostituire quelli tradizionali. Tuttavia, al di là dei benefici nutrizionali, al momento persistono (forse non a torto…) resistenze da parte di molti consumatori all’assunzione di insetti.

Sono diversi i fattori in gioco che frenano la sperimentazione, quali: cultura di appartenenza, abitudini, età, genere, disponibilità a provare qualcosa di nuovo. Per molti studiosi il vero banco di prova sarebbe il primo assaggio e la possibilità di presenziare o meno alla trasformazione dell’insetto così come alla preparazione del piatto che lo include.

C’è anche chi sostiene che, per vincere le resistenze, il primo assaggio potrebbe essere meglio favorito da un’inconsapevole assunzione. Un recente esperimento pubblicato sulla rivista Agriregionieuropa 51/2017,condotto dal Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco dell’Università di Parma ha coinvolto 88 soggetti tra studenti e staff (43 maschi e 45 femmine).

I partecipanti, di età compresa tra i 18 e i 40 anni, provenivano da diverse aree geografiche d’Italia.  Agli intervistati è stato chiesto di valutare il proprio livello di Neophobia (repulsione all’assunzione di insetti) e le aspettative sensoriali (reazione ad aspetto e sapore). Lo studio mostra che coloro che hanno consumato insetti almeno una volta in precedenza sono meglio predisposti alle assunzioni successive.

Inoltre gli uomini risultano più disponibili ad assaggiare gli insetti rispetto alle donne. Lo studio sottolinea poi che in futuro, per l’Italia, “il consumo di insetti commestibili dipenderà principalmente dalla disponibilità sul mercato, dalla tipologia delle categorie di prodotto (trasformato o non trasformato) e dal tipo di comunicazione verso i consumatori”. Per capire se siamo di fronte a una moda o a una nuova abitudine alimentare, non resta che attendere e (forse…) sperimentare.
 
 
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