Apologia d'ignoranza
di Luca Rota

Perché servirebbe spiegare agli adolescenti che non ha senso inneggiare al fascismo o al nazismo?


Sono essi a conoscenza degli abominevoli crimini di cui si sono macchiate codeste “ideologie”? Sanno essi cosa sono le stragi di Marzabotto e di Sant’Anna di Stazzema? Quella era soltanto guerra? E anche se fosse, in guerra non si dovrebbe tenere un codice d’onore? Ma soprattutto, quella guerra chi l’aveva voluta, e per quale motivo? 
 
Bisognerebbe spiegare loro che quando parliamo di fascismi non esistono ideologie, perché quelle prevedono un ipotetico scontro su campi assai più nobili, come quelli della dialettica e del pensiero. Qui invece si parla di nefaste visioni del mondo, dove da una parte c’era chi quel mondo voleva sottometterlo, eliminando razze ritenute inferiori e promulgando assurdi folli dettami, e dall’altra chi invece tutto ciò non lo accettava. 
 
Bisognerebbe spiegare loro che oggi, professarsi neo fascisti o neo nazisti è sinonimo di enorme ignoranza, nonché di stucchevole deficienza intellettuale. Perché si presume che chi lo faccia sia andato a scuola, e abbia studiato la Storia, che anche se è quella scritta dai vincitori, ha sempre in sé qualcosa di vero. 
 
In questo caso ci racconta che tali regimi, nel perseguire un’idea (malata) di supremazia, hanno soltanto fomentato intolleranza ed ingiustizia, provocando guerre e genocidi, facendo vittime innumerevoli tra la propria gente, sterminandone tant’altra. E nessuno deve, né può mai arrogarsi, il diritto di ergersi a selezionatore di chi deve vivere, e chi no. 
 
Perciò bisognerebbe spiegare loro che è assolutamente sbagliato o più esattamente (come recita la Costituzione) reato, fare apologia di tali regimi.  
 
Perché il contrario di fascismo non è comunismo, altra “ideologia” che in luoghi diversi, ma in simil modo ha fatto altrettante cose nefaste. Soprattutto perché il fascismo non era un’ideologia, ma un’ingiustizia, col suo contrario che è giustizia. E in mezzo a tutto ciò ci sono i popoli e le loro ragioni. 
 
Un po’ come accade oggi in Israele, dove proprio loro, i figli e i nipoti dell’Olocausto, dovrebbero ben sapere cosa si prova ad essere ghettizzati, derubati e assassinati con l’uso della forza e dell’arroganza. Dovrebbero, anche se sembra che da oltre sessant’anni se ne dimentichino.

Historia magistra vitae?  
 
 
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