Non ci posso credere
di Ubaldo Vallini

La petizione "Via i pesci dall'acquario di Fazio" ha raggiunto in pochissimo tempo quasi duemila firme. L'acquario però è ancora in trasmissione dopo la lettera aperta scritta dalla presidente di AssoVegan


Premetto che ognuno è padronissimo di trascorrere il suo tempo come vuole, anche combattendo una battaglia per la liberazione dei pesci dagli acquari. E non ho nulla da dire a chi decide di non cibarsi di esseri viventi. Non mi disturba nemmeno un po’.

Quello che mi spaventa è che una petizione che mira a togliere gli acquari dalla TV possa essere sottoscritta in breve tempo con migliaia di firme.

Non capisco più in che mondo siamo: tanto più che i vegani qui rappresentati dalla presidentessa di AssoVegan, sono gli stessi che poi trovano del tutto normale tenere in casa gatti, cani, conigli e altro, ovviamente castrandoli (nei forum è questo che si trova).

Questa la storia. Come racconta “Veganok” Animal Press con un comunicato diffus nelle scorse ore:

«A seguito dell'esordio di Fabio Fazio su RAI1 con la nuova edizione di “Che tempo che fa”, con pesci detenuti in un acquario, la presidente di AssoVegan - Associazione Vegani Italiani aveva scritto ai primi di ottobre al conduttore una lettera aperta che aveva suscitato scalpore e un notevole riscontro mediatico.

Nella lettera ribadiva che: "Mostrare pesci prigionieri a tutta l’Italia è una cosa senza alcun senso nonché obsoleta.
La nostra realtà è indignata: lavoriamo costantemente per divulgare il rispetto della vita in tutte le sue forme e siamo rimasti molto delusi che una trasmissione come questa, molto seguita, proponga animali in cattività a soli fini estetici.
E pensare che la televisione potrebbe essere un’occasione preziosa di sensibilizzazione alla questione animale; un amplificatore potente in merito a questioni etiche a favore di scelte più sostenibili.
Invece siamo ancora fermi qui: a difendere la nostra posizione di fronte ad un palese atto di violenza e di sfruttamento
".

In quella lettera anche altri membri del Comitato Etico di AssoVegan
avevano preso le distanze da questa terribile scenografia-prigione, sottolineando che dalla TV di Stato ci si aspetta un pensiero evoluto e antispecista, che promuova ideali di bellezza: per gli animali e per le nuove generazioni che hanno bisogno di un respiro di rispetto, libertà e giustizia.

Nonostante i commenti negativi e di condanna per l'infelice scelta, l'acquario è ancora lì, con relative assicurazioni del conduttore che afferma sostanzialmente che i pesci stanno bene e sono monitorati da un veterinario.

Renata Balducci non si arrende alla caduta di stile di Fazio:
"Nessun vivente può stare bene al di fuori del proprio habitat, anche se monitorato da veterinari: al massimo si sopravvive".

Grazie alla determinazione di tante persone responsabilmente sensibili e attente alla tutela e al benessere di chi è più debole è nata da poco una petizione, lanciata da Roberto Contestabile, membro del Comitato Etico di AssoVegan e collaboratore della testata online "Promiseland" (www.promiseland.it), che afferma: "Lo sfruttamento animale ha diverse forme e luoghi: acquari, gabbie, zoo, laboratori di ricerca, allevamenti, circhi, capsule spaziali, sagre, corride, palii, mostre, tornei, rievocazioni storiche, giostre, religiosità, manifestazioni culinarie e folkloristiche... e anche uno studio televisivo".
Dopo poche ore dalla pubblicazione la petizione aveva già raggiunto quasi duemila firme.

"Si aggiungono firme ogni minuto - aggiorna Renata Balducci - e quando la petizione avrà raggiunto qualche migliaio di sottoscrizioni sarà consegnata al Direttore di RAI1 Angelo Teodoli affinché si renda conto di quanti telespettatori che pagano il canone non gradiscono finanziare una forma di violenza qual è la prigionia dei pesci in un acquario".»

Siamo curiosi di vedere come va a finire

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