Ricordo di Andrea Barbiani
di Carlo Panzera

Mi ha sempre colpito, della personalità di Andrea Barbiani, il contrasto, netto, tra la mitezza dei suoi modi, quasi una ritrosia nell’apparire, e la profondità, la acutezza del suo essere e del suo agire...


Quella sua capacità di esprimere in poche battute, magari in dialetto, spesso a bassa voce, pensieri profondi, che magari al momento non coglievi, ma che poi ti frullavano in testa per giorni, ti imponevano una riflessione, mettevano a nudo tutta la fragilità di convinzioni magari troppo superficialmente abbracciate.

Tutto ciò non era ovviamente casuale, non nasceva dal nulla: era il frutto di un lavoro, di una fatica, di una passione mai dismessa per la lettura, la conoscenza, lo studio, l’approfondimento: quella sua abitudine quasi maniacale di archiviare ogni cosa, ritagli di giornali, interventi, semplici riflessioni che, a loro volta, ne sollecitavano altre ancora.

Nella sua lunga vita ha ricoperto prestigiose cariche pubbliche, amministrative e politiche; Sindaco di Vobarno, Presidente della Comunità Montana di Valle Sabbia, Assessore provinciale. Ma anche autorevole dirigente politico della Democrazia Cristiana provinciale e lombarda.

E’ stato insomma, come si suol dire,  un protagonista di alto profilo ai vertici della vita politica e amministrativa.

Eppure non era un uomo di potere.
E non era percepito come un uomo di potere.

Ed infatti il suo prestigio, la sua autorevolezza intellettuale e morale, non sono venuti meno quando, forse troppo presto, ha cessato di rivestire una carica, un ruolo pubblico, magari per l’ansia di un indistinto rinnovamento e di un giovanilismo spesso poi rivelatisi fini solo a se stessi.

Ma del resto Andrea non aveva bisogno di un incarico, di essere “qualcuno”, per darsi da fare; mite, certo, ma aveva una forte consapevolezza di sé.

Amante della musica, ha saputo trasmetterla a centinaia di persone, fondando un’associazione, promuovendo decine di eventi. Facendo comunità.

Amante della cultura, anche scientifica, ha fondato il gruppo intitolato, non a caso, a Giorgio La Pira, che da 15 anni è attivo e anima gli autunni vobarnesi, con eventi e personalità che ci invitano ad alzare lo sguardo, ad  interrogarci sui grandi temi della contemporaneità, che è cosa diversa dalla quotidianità.

Andrea non aveva bisogno di una carica perché è stato sempre animato da passione civile autentica, sostenuto da idealità solide: il senso di responsabilità verso gli altri, l’agire per il bene comune, l’attenzione ai più deboli.

Alle persone deboli, prima di tutto. Certo.

In verità alle persone tutte, che sollecitava instancabilmente a partecipare alla vita comunitaria, ad esserne protagonisti e non spettatori passivi.

Ma anche ai territori deboli, marginali.

Quella  sua speciale attenzione per la montagna, che ha amato: non solo percorrendone i tanti sentieri, le piste innevate, i rifugi in quota, ma anche rappresentandone le istanze e le giuste rivendicazioni in tante occasioni, in tutti i tavoli ed i livelli istituzionali cui ha potuto accedere.

E’ rimasto fedele ai suoi ideali per tutta la vita, anche quando il trasformismo dilagava e, con suo stupore, veniva premiato.

Non ha mai amato lo scontro e le asprezze della lotta politica, amava il dialogo, aveva fiducia nel dialogo, amava ascoltare i giovani, ai quali si rivolgeva con toni pacati, anche nell’epoca della politica urlata e spesso volgare.

Forse anche per questo, o altro ancora, nonostante i quarant’anni di frequentazione, io non sono mai riuscito a dargli del “TU”.

A volte è strano: si disprezza la politica ed i politici, salvo poi riscoprirne le virtù nei momenti più dolorosi, quando una persona ci lascia.

E Andrea lascia certo un vuoto incolmabile tra i suoi cari: mancherà alla famiglia che abbraccio e che ringrazio per avermi concesso il privilegio di salutarlo.

Ma lascia un vuoto profondo anche nella comunità vobarnese tutta, che ha amato e servito, e che anche per questo, come si vede, gli è riconoscente.

E dai, adesso, finalmente, ce la posso fare, a darti del Tu.

Ciao Andrea, che la terra ti sia lieve.

Carlo Panzera

.Parole pronuncite da Carlo Panzera ai funerali di Andrea Barbiani

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