Matteo Soardi se n'è andato
di red.

A 84 anni suonati, la sua forte tempra ha ceduto. Nel 1982 era stato fra i nove primi firmatari che avevano fondato il Caseificio Sociale Valsabbino. Lo scorso mese di settembre aveva subito un brutto incidente col trattore



«Se c’era uno che “teneva duro” questo era Matteo Soardi» ci dice William Donini, presidente del Caseificio Sociale Valsabbino di Sabbio Chiese, che era un po’ la sua seconda casa.

«Aveva cessato l’attività di allevatore tre o quattro anni fa, ma non la passione per la sua terra – aggiunge -. La scorsa estate, a dispetto della sua età, era ancora in piena attività nei prati e nel bosco. E non mancava di essere presente nelle occasioni di ritrovo al caseificio. Poi quell’incidente, dopo il quale non l’abbiamo più rivisto».

Era metà settembre quando, a causa di un malore improvviso mentre era alla guida del suo trattore, Matteo Soardi ha picchiato contro il muro alla sua destra e si è girato, mentre da Preseglie scendeva in direzione di Pregastine.
L’urto ha divelto il tettuccio dell’abitacolo e scaraventato l’ottuagenario sull’asfalto.

Se l’era cavata con un ricovero a Gavardo in codice “giallo”
, ma le settimane successive le ha vissute con difficoltà. Ieri il suo vecchio cuore ha deciso che per lui non c’era più tempo.

Con Matteo, personaggio d’altri tempi, benvoluto da tutti, se n’è andato un pezzo di storia agricola valsabbina, fatta di gente con la scorza dura: irriducibili cultori veri della terra e del paesaggio.
Il vuoto lasciato è grande.

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