Chiocciola Slow Food per il «Lamarta»
di Redazione

La locanda di Treviso Bresciano ha ottenuto la prestigiosa chiocciola della guida “Osterie d’Italia 2018”. Le due cuoche avevano già portato lustro alla tradizione valsabbina partecipando a “La Prova del Cuoco” 


Il più ambito riconoscimento, la certificazione che qui si mangia «buono, pulito e giusto»: questo il significato della chiocciola – che è anche il simbolo di Slow Food - con cui quest’anno a Brescia sono state premiate le osterie “Le Frise” di Artogne, “La Madia” di Brione, l’ ”Osteria della Villetta” di Palazzolo e, dopo qualche tempo di assenza, la locanda “Lamarta” di Treviso Bresciano.  
 
Il "Lamarta" vanta più di un secolo di tradizione culinaria. Nei primi anni del ’900, Fucina Marta aprì a Vico una modesta osteria; il figlio Araceli Stefano e la moglie Caterina, insieme alla piccola Marta, continuarono l’attività anche durante la Grande Guerra, aggiungendo alla semplice mescita anche la cucina.

Marta fu costretta dagli eventi e dal bisogno a prestare servizio come cuoca fuori paese. Quest’esperienza le permise di sviluppare le sue innate capacità, conferendole la competenza necessaria per rinnovare il locale di famiglia, che nel 1951 diventò il “Circolo Combattenti”, luogo di ritrovo non solo dei paesani, ma anche dei turisti attirati dalla cucina tradizionale e dalla convivialità.
 
Marta continuò l'attività per molti anni con grande passione e carattere, insieme al marito Bortolo, per poi trasmettere arte e sapere alla figlia Graziella, che nel 1975 trasformò il locale in “Trattoria Lamarta” in onore della mamma. Graziella, con il marito Dario e poi con i figli Alessio e Rubina, ha sviluppato questo antico locale, rinnovando le proposte culinarie nel rispetto dei sapori veri del territorio.

Al "Lamarta" sono le stagioni a decidere i piatti, e tutto si basa sul fascino di prodotti genuini e cucinati secondo l'antica tradizione.

Graziella e Rubina,
madre e figlia, avevano avuto successo nel 2010 partecipando alla trasmissione di Rai Uno "La prova del cuoco" per la sfida "Campanile italiano", portando alla ribalta nazionale la loro cucina fatta di piatti forti della tradizione valsabbina. 
 
Le due donne erano state nuovamente ospiti in Rai nel 2014, partecipando ad un’edizione speciale in qualità di campionesse affermate. In quell’occasione cucinarono due piatti tradizionali, le “Foiade de cavreol” e la “Polenta teragna”.

 
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