Ciao Teddy
di John Comini

Stamattina il mio amico Achille (dottor Recher) telefona a mia moglie: “È morto il Gianfranco Tedoldi”


Sapevo che non stava bene. Sono andato a trovarlo. Ho abbracciato la moglie. L’ho ringraziata per le bellissime frasi sul manifesto:
“È tornato alla casa del Padre un uomo onesto e buono.
Ne annunciano l’inizio della nuova vita la famiglia e i cari amici.
Si ringraziano di cuore tutti coloro che avendolo conosciuto lo hanno stimato e gli hanno voluto bene e di aver condiviso con lui momenti della vita terrena.”

Accanto a Teddy c’era la mitica chitarra, con la quale ultimamente accompagnava il gruppo della Pastorella, inventando bellissime canzoni.
“Vi guardo tutti, vedo l'amore lì che riposa
mentre la mia chitarra piange dolcemente…
Non so perché nessuno vi ha detto
come dischiudere il vostro amore…
Guardo il mondo fuori e mi accorgo
che sta cambiando radicalmente
mentre la mia chitarra piange dolcemente
Da ogni errore noi sicuramente impariamo qualcosa
la mia chitarra continua a piangere dolcemente
Non so come siate stati sviati
siete stati condotti sulla cattiva strada
non so come siete stati trascinati
nessuno vi ha chiesto di cambiare
Vi guardo tutti, vedo l'amore lì che riposa
la mia chitarra continua a piangere dolcemente…”

(George Harrison)

Strana la vita. Ci siamo visti poche volte in questi 40 anni, ma è come se il tempo si fosse fissato nella memoria.
Abbiamo fatto le scuole elementari insieme, con il maestro Grumi.
La mamma di Teddy aveva una cartoleria: lo invidiavo perché poteva leggere tutti i giornalini che voleva.

Con Teddy e molti altri amici andavamo in località Boschetta, vicino alla casa del mio amico Lauro “Ciottolo”, e giocavamo ad austriaci contro piemontesi. Eravamo tutti amici e tutti felici. Il tempo, a differenza che a scuola, volava.
Gli amici sono gli amici e non fa niente se il tempo è passato, fa niente se alcuni non li ho più visti: gli amici rimarranno sempre gli amici!

C’era un prete indimenticabile, don Erminio, che teneva noi ragazzi nella sua casa, offrendoci la possibilità di recitare, stampare un giornalino (“Petit monde”) e suonare.
Don Erminio (che noi ragazzacci chiamavamo Don Sterminio) faceva debiti pur di comprarci le chitarre elettriche.
Era un ambiente aperto e caotico, ma per noi ragazzi era il Paradiso.

E’ stato in quel periodo che con Teddy, Deni Giustacchini e Paolo Goffi
(ora don a San Vito) abbiamo formato il complesso degli “Spiritual”, cantando canzoni dei Giganti come “Tema” e “Proposta”, quella di “Mettete dei fiori nei vostri cannoni”. Io suonavo il “basso”, Deni la batteria e Paolo il tamburello basco.

Teddy era bravissimo sia a suonare la chitarra sia a cantare. Ricordo quando cantava “Luce tu te ne vai”.
Quando abbiamo fatto lo spettacolo con il teatro pieno, ero felice e quella sera non ho dormito.

Più avanti ho seguito Teddy e Deni in alcuni locali sul lago, dove si cantavano le canzoni di Jannacci e dei Gufi.
Eravamo un po’ ribelli e molto ironici. Poi abbiamo preso strade diverse.
Ma so che lui ad ogni occasione tirava fuori la sua mitica chitarra e suonava, suonava e cantava.

“In un vortice di polvere gli altri vedevan siccità
a me ricordava la gonna di Jenny in un ballo di tanti anni fa.
Sentivo la mia terra vibrare di suoni, era il mio cuore
e allora perché coltivarla ancora, come pensarla migliore…
E poi se la gente sa, e la gente lo sa che sai suonare,
suonare ti tocca per tutta la vita e ti piace lasciarti ascoltare.”

(Il suonatore Jones, di Fabrizio De André)

Adesso che Teddy ci ha lasciato,
continua a venirmi in mente una canzone che aveva cantato tanti anni fa, ma che io ricordo come fosse ieri. Faceva così…
“Suna Martì col tò viulì
che la vita l’è meno düra
l’è l’ilusiù del temp pasàt
che mai poderà riturnà.”


Ciao Teddy!

John

Le foto si riferiscono al gruppo della pastorella: ad Armo in Valvestino ai Mercatini dell’Impero (Natale 2016) e alla Croce dei Tre Cornelli.
Grazie ad Aldo Amici e ad Ivano Maioli per la cortese collaborazione.

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