Una vita di amore per la montagna
di Pablo Soardi

Ottantatre anni, perticarolo di Livemmo, Alessandro Zanolini è stato premiato per la sua "fedeltà alla montagna" nell'ambito della storica Asta dei Bovini di Razza Bruna che ha avuto luiogo come da tradizione a Edolo



È in occasione della storica Asta dei Bovini di Razza Bruna, organizzata ogni anno ad ottobre a Edolo dall'Associazione Provinciale Allevatori di Brescia-Bergamo in collaborazione con Co.Bre.Ca (la Cooperativa Bresciana Carni) e con il patrocinio del comune di Edolo, che si è svolta la consueta  Serata dell'Allevatore, durante la quale è stato consegnato il premio “fedeltà alla montagna” in memoria di Gianni Minelli, storico presidente dell'APA e grande sostenitore della zootecnia di montagna.

Il prestigioso riconoscimento
è dedicato ad agricoltori che hanno speso la loro vita nel presidiare il territorio montano, concentrando la loro attività nell'allevamento e nella selezione e sono proprio questi i requisiti individuati in  Alessandro Zanolini, allevatore  di Pertica Alta.

Il riconoscimento gli è stato consegnato  lunedì 1 ottobre, dal sindaco di Edolo Luca Masneri, dal vicepresidente della sezione Bruna Ennio Bonomi e dal delegato AIPA Germano Pè.

Alessandro Zanolini nasce nel maggio del 1934 a Livemmo, una frazione del comune di Pertica Alta, un'area di montagna nel passato altamente vocata alla zootecnia.
Figlio di allevatori è il settimo di nove figli, tre sorelle e sei fratelli, di questi ultimi, cinque, tra cui lui,  continueranno la tradizione di famiglia facendo a loro volta gli allevatori.

La famiglia Zanolini porta come “scotöm” “I Precisi”, ed è proprio in questo modo che, fino ad oggi, Alessandro ha sempre condotto le sue attività, con scrupolo e precisione, con la stessa precisione con cui sa scrivere a penna  in perfetta ed elegante calligrafia.

La sua esperienza di allevatore inizia fin da piccolo, quando si ritrova a dover gestire con i fratelli dapprima la rimonta e in un secondo tempo le vacche dell'allevamento di famiglia.

In età adulta, contemporaneamente all'attività di allevatore, con il pieno aiuto della moglie Cesarina che segue la stalla in sua assenza, svolge dapprima la mansione di fiduciario del Settimo Gruppo  di Selezione di Livemmo, per conto dell'Ispettorato Agrario, per poi essere assunto come controllore zootecnico nel 1965, presso la neonata Associazione Provinciale Allevatori di Brescia, occupazione finalizzata a dare supporto tecnico agli allevatori in ambito selettivo che lo vedrà impegnato in Valle Sabbia e in Val Trompia fino alla maturazione della pensione.

Congedato dal lavoro all'APA, Sandro, come viene chiamato dalle persone più intime, si dedica alla sua mandria e alla campagna a tempo pieno, sempre con l'appoggio incondizionato della moglie.

Ad oggi, in età più avanzata, ad aiutarlo, pur avendo altre attività principali, sono i figli Marino ed Emiliano, a cui Sandro ha trasmesso la passione per la campagna e quindi anche per le vacche e la lavorazione del latte.

«Negli anni sessanta in Pertica Alta si contavano almeno 600 capi bovini”,
ricorda Sandro con un velato rammarico, attualmente la situazione, purtroppo, è profondamente mutata a discapito del territorio e dell'economia montana.

Si è lavorato molto in questo ultimo mezzo secolo, con il sostegno delle istituzioni,  per il miglioramento genetico del patrimonio bovino, ma evidentemente la stessa attenzione e lo stesso impegno, nonostante i numerosi proclami, non sono stati profusi nella salvaguardia della categoria degli allevatori di montagna.

Nonostante tutto qualche segnale positivo negli ultimi anni lo si è potuto vedere, c'è qualche giovane, fortunatamente armato di un pizzico di adeguata “follia”, che ha intrapreso, pur senza nessuna esperienza nel settore ma con incredibile entusiasmo, la carriera di allevatore di montagna, speriamo quindi, nei prossimi anni, di essere ancora in grado di consegnare il premio “fedeltà alla montagna”.

Oggi a Livemmo, dove oramai quasi non ci sono più allevamenti, se si possono ancora vedere dei prati verdi, falciati, tirati come tavoli da bigliardo (se mai esistono tavoli da bigliardo in forte pendenza), se ancora possiamo vedere delle vacche al pascolo e sentire lo scampanellio dei loro campanelli, lo dobbiamo a pochi innamorati della propria terra, tra cui Alessandro Zanolini.

Pablo Soardi  (Associazione Interprovinciale Allevatori Brescia-Bergamo).

Foto 1: la consegna del premio a Edolo.
Foto 2: Alessandro Zanolini si appresta a ritirare le vacche dal pascolo per la mungitura serale

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