L'arrivo dei tre valsabbini a Santiago
di Umberto

Ripercorriamo attraverso le loro parole le ultime tappe del cammino di Flavio, Franco e Umberto fino al loro arrivo, sabato scorso, alla Cattedrale di Santiago de Compostela. Un’esperienza di fede e di forza interiore


Dopo le bellissime città di Leon e Astorga, voglio ripercorrere le ultime importanti tappe che il pellegrino incontra sul suo cammino, come la salita a 1250 a Foncebedon, una piccola contrada con case per la maggior parte diroccate, ma con un panorama fantastico a 360 gradi.
 
Troviamo per fortuna un posto dove dormire e ricaricarci, perché all'indomani ci aspetta un incontro molto atteso e importante, la collina dei sassi, al centro un grosso albero e sulla cima una grossa croce di ferro. Ci siamo alzati presto - era ancora buio - e abbiamo camminato con le torce accese fino alla croce di ferro. C'erano tanti pellegrini che attendevano l'alba; a turno abbiamo abbracciato il grande tronco e recitato una preghiera, poi abbiamo lasciato i nostri sassi portati da casa come segno di ringraziamento anche dei nostri familiari.
 
Dopo questo momento importante e commovente, iniziamo la lunga discesa nominata “la spacca ginocchia” per entrare nella valle Bierzo,dopo chilometri e chilometri destinazione Ponferada, e via via per Villafranca del Bierzo fino a lasciarci alle spalle la valle per entrare nel territorio della Galicia. Arriviamo a O Cebreiro, bellissimo paesino più turistico che da pellegrini, a 1450 metri di altitudine. Il nostro cammino prosegue a Triacastela, Portomarin, Ribadiso, e a O Pedrouzo, fino a sostare sul Monte Do Gozo, sulla cui cima troviamo un grande monumento commemorativo della visita sul monte di Papa Giovanni Paolo II, monumento dedicato anche a San Francesco.
 
Da quella collina si intravedono in lontananza, attraverso la foschia, le tre guglie della cattedrale di Santiago de Compostela, ma per arrivarci mancano ancora cinque chilometri da percorrere, a dire il vero i più lunghi e faticosi, perché la voglia di arrivare era grande.
 
Ecco la grande piazza di fronte alla cattedrale, lì abbiamo visto molti volti noti che durante il lungo cammino abbiamo a volte dimenticati, e poi abbiamo rivisto tanti pellegrini contenti e sorridenti con gli occhi lucidi. Si abbracciavano, e così anche noi ci siamo uniti a quell’abbraccio  internazionale, un abbraccio in cui non era importante conoscere la nazionalità, ma solo scrollarsi di dosso la fatica e testimoniare il nostro arrivo e la fine delle nostre fatiche.

Il giorno dopo, domenica - giornata del Ringraziamento - alle ore 12.00 c’è stata la solenne Messa dei pellegrini. Una celebrazione commovente con tante persone presenti, non solo camminatori ma gente proveniente da tutta la Spagna.
 
Il viaggio prosegue fino a Finisterre, e in questa cittadina di pescatori ho incontrato mia moglie Denise accompagnata dalle sue colleghe di lavoro. Un ricongiungimento dopo trentacinque giorni di assenza da casa, è stato bello rivederci.
 
Flavio di Gavardo, Franco di Vallio Terme e Umberto di Villanuova Sul Clisi, a conclusione di quest’incredibile esperienza ritornano a casa ricchi di forza interiore, la forza del crederci, la forza di raggiungere una meta importante e sospirata, ma soprattutto il credere che qualcuno per più di trenta giorni ci è stato vicino, ci ha ascoltato, ci ha parlato.
 
La fede è stata la nostra forza.
 
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