Ecografia 3D/4D in gravidanza
di dott. Edoardo Barbolini

Da questo mese di settembre è possibile effettuare questo tipo di ecografia anche presso il Poliambulatorio Santa Maria di Vobarno


L’ecografia è una tecnica diagnostica
che consente di vedere gli organi del nostro corpo, è basata sull’utilizzo degli ultrasuoni (onde sonore ad alta frequenza) che attraversano i tessuti: quando esse arrivano al feto producono echi che sono trasformati in immagini sul monitor dell’ecografia.
Gli ultrasuoni sono utilizzati nella pratica ostetrica da oltre trent’anni e non sono stati riportati effetti dannosi, anche a lungo termine, sul feto. Per tale ragione, con le procedure oggi adottate, l’uso diagnostico dell’ecografia è ritenuto esente da rischi.

L'ecografia tradizionale viene eseguita con tecnica bidimensionale (2D) e l’ecografia di screening del II trimestre (effettuata tra la 19^ e 21^ settimana di gestazione) consente di individuare le anomalie fetali in percentuale variabile dal 20 al 50%. Quindi va sempre ricordato che l’ecografia “non vede TUTTO” ed è possibile che alcune anomalie fetali, anche importanti, purtroppo non vengano rilevate per i limiti intrinseci dello strumento.

Tuttavia, grazie al miglioramento della tecnologia e all'impiego di apparecchiature ad alta definizione, la metodica ecografica ha dato la possibilità di riconoscere un numero sempre crescente di anomalie fetali ed ha consentito ai genitori di cogliere immagini significative del profilo, degli arti o di altre parti del corpo del proprio bambino.

Gli ecografi dotati di una sonda particolare detta “volumetrica” sono in grado di acquisire decine di fotogrammi al secondo senza movimento della sonda stessa. In questo modo l’apparecchio memorizza un certo numero di sezioni ed effettua il cosiddetto "rendering", che consente di ottenere un'immagine tridimensionale statica o in movimento.

Nello specifico, la tecnica 3D permette di acquisire un volume e poi scomporlo nei tre piani dello spazio, mostrando sezioni che non sono visibili con l’ecografia tradizionale o che richiederebbero particolare tempo ed abilità da parte dell’operatore.

La tecnica 4D
permette di valutare in movimento (“real time”) le medesime strutture ricostruite in tridimensionale.

È importante sottolineare che allo stato attuale le metodiche 3D e 4D rappresentano solo un complemento all’esame standard: il loro utilizzo clinico è riservato ad alcune specifiche condizioni (per esempio studio del verme cerebellare, labiopalatoschisi, patologie di ossificazione della scatola cranica) ed, in particolare, quando si sia rilevata all’esame del II trimestre una malformazione fetale che necessita di approfondimento per confermare ipotesi diagnostiche o dirimere dubbi.

Ad oggi, capita spesso che alcune donne richiedano l’utilizzo del 3D/4D come aggiunta all’ecografia classica in bidimensionale per vedere la ricostruzione del volto del feto ed ottenere così una prima “fotografia”.
In una buona parte dei casi si possono ottenere immagini del viso con le sembianze "reali" del proprio bambino.
Per ottenere ciò è necessario che la posizione del feto sia favorevole, che non vi siano davanti ostacoli (arti, cordone, placenta) e che vi sia una buona falda di liquido amniotico. Questi fattori, limitanti l'ecografia in genere, influenzano notevolmente l'esito "spettacolare" dell'esame.

La procedura è identica ad una normale ecografia. Può essere eseguita con successo in qualsiasi epoca di gravidanza ma avrà un maggiore impatto estetico con un feto di medie dimensioni (dalla 28 settimana in poi).

Con l’introduzione della metodica 3D/4D in gravidanza abbiamo assistito per la prima volta all’utilizzo di uno strumento diagnostico medico con finalità non clinico-assistenziali. Tale deviazione dalle normali abitudini può generare false aspettative nelle mamme. Alla tipica domanda: “l’ecografia morfologica 3D è meglio?” è, a questo punto, scontato rispondere che la metodica 3D non aggiunge nulla alla tradizionale bidimensionale e che verrà pertanto utilizzata solo in specifici casi ed in sedi opportune.

D’atro canto, la ricostruzione tridimensionale del viso deve essere perciò considerata un momento ludico e uno strumento utile all’avvicinamento al proprio bambino poiché pernette, in buone condizioni, di riconoscere davvero la fisionomia del vostro nascituro.

Da settembre 2017 è possibile effettuare questo tipo di ecografia anche presso il Poliambulatorio Santa Maria.

dott. Edoardo Barbolini
Ginecologo-Ostetrico

U.O. Ostetricia e Ginecologia Fondazione Poliambulanza- Brescia
Poliambulatorio Santa Maria  Vobarno (Bs)



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