Se n'è andato Domenico Gino Zocchi, uomo del credito e della cooperazione
di a.p.

Aveva 91 anni e per 35 fu direttore della Rurale di Storo. Fu fra i fondatori del Servizio ambulanzieri volontari dentro l'Avis. Questo mercoledì i funerali


Per 35 anni e più Domenico Gino Zocchi, deceduto ieri a 91 anni, era stato direttore della Cassa Rurale di Storo. Era succeduto a Pietro Giovanelli (1956) quando la banca di paese aveva sede nella storica Piazza Unità d'Italia, dove al momento c'è lo studio tecnico Candioli & Fusi, e prima ancora la rivendita di scarpe e pellame del compianto Fedele Zocchi. Poi nel 1966 tocca all'impresa Grassi & Olivieri realizzare la nuova e attuale sede di Via Garibaldi, di cui all'epoca Zocchi diviene direttore.

Ultimamente - considerata l'età - il popolare Gino non stava bene. Ieri, attorniato dai famigliari e dalla dottoressa Stefania De Stefano, il decesso. Lascia la moglie Elsa e tre figlie: Antonella, Donatella e Roberta. Domani, mercoledì, alle 17, presso la chiesa arcipretale di Storo, la funzione funebre, preceduta dalla recita del santo rosario.

Abitava nel quartiere di Cà Rossa, dove un tempo era titolare dell'omonimo ristorante, il cui edificio negli ultimi anni è stato ceduto alla catena Poli. In quella stessa costruzione il papà di Domenico, Gino, negli anni 50, fabbricava mattonelle. Erano quelle in bianco e nero che all'epoca andavano per la maggiore.

Gino Domenico Zocchi era un uomo che sapeva amministrare e sicuramente sotto la sua gestione non si sarebbe mai arrivati alle sofferenze che poi (anno 2000) hanno finito per inglobare l'istituto di credito cooperativo con le restanti filiali della Valsabbina.

“Perito industriale ma che con il mondo del credito ci sapeva fare” gli riconosce il ragioniere Battista Maccani, per anni suo sottoposto. Era stato inoltre tra i fondatori del Servizio ambulanzieri volontari, dentro l'Avis, e per anni anche componente il Servizio affari economici della parrocchia.

Proveniva da una famiglia solida, dove i valori sono e restano al primo posto. Il suo ingresso nelle realtà cooperative era considerato innovativo. Erano gli anni in cui la cooperazione storese faceva scuola.

A quell'epoca il movimento cooperativo storese non aveva antagonisti. Anzi, la sua azione a sostegno dell'economia era solida, affidabile e in continua espansione, anche grazie all'azione portata avanti nell'ambito del credito dallo stesso Domenico Gino Zocchi. In quel periodo (1960) le istituzioni andavano di pari passo tanto che il paese, con l'allora sindaco Pietro Zontini, si arricchì prima con l'Istituto Enaip e poi con le scuole commerciali e medie.

Con la scomparsa di Gino Domenico Zocchi e quella del giorno prima di Mario Demadonna (92 anni), di cui ieri si sono tenuti i funerali, e le cui abitazioni distano di soli 100 metri una dall'altra, se ne sono andati due uomini che per ben 70 anni hanno, in modo diverso, contribuito a far crescere Storo.
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