Cronisti e diffusori
Accedere alle informazioni attraverso social network e motori di ricerca porta più beneficio alle piattaforme e meno a chi produce informazione


Meno della metà degli internauti è in grado di ricordare la testata da cui provengono le notizie che hanno letto.
Lo sostiene uno studio del Reuters Institute for the Study of Journalism che ha intervistato un campione rappresentativo di utenti Internet, solo desktop e pc, della Gran Bretagna.

Secondo i risultati della ricerca, le persone ricordano più spesso la piattaforma da cui hanno accesso alla notizia.
È quindi più comune che i lettori dicano “ho trovato questo articolo su Facebook o Google” invece che “ho letto il pezzo sul New York Times”.
Perciò, in genere, l’accesso alle notizie via social network e motori di ricerca produce non un rafforzamento del marchio della testata ma un suo indebolimento.

Le cose cambiano quando si legge un articolo direttamente sul sito web di una testata, senza passare per altre vie.
In questo caso è più facile (81 per cento delle volte) che l’utente sia incline ad attribuire in maniera corretta la notizia alla sua vera fonte produttiva.
D’altra parte, anche i lettori regolari e assidui di determinati brand, come ad esempio BBC o The Guardian, tendono a scordare di meno.
Riuscendo più di altri ad associare in modo giusto la notizia alla testata di provenienza.

Per di più, chi, nel campo dell’informazione online,
ha un forte e autorevole marchio ed è capace di distinguersi per l’incisività dei suoi contenuti, sarebbero in grado di condizionare positivamente il richiamo alla memoria di un utente.
Tuttavia, come suggeriscono gli autori dello studio, il fatto che sempre più si acceda alle notizie tramite Facebook, Twitter e Google, potrebbe contribuire a corrodere la speciale relazione instaurata dai lettori con certe testate.

Fonte: LaStampa.it

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