Ancora sulla Irene Rubini Falck
di Pierenzo Faberi

In merito alle questioni ancora aperte sulla Fondazione Irene Rubini Falck di Vobarno, ci scrive anche l'ex presidente Pierenzo Faberi. Pubblichiamo volentieri



Ho letto un breve comunicato stampa sul quotidiano locale “Bresciaoggi” del 2 Agosto 2017 nel quale si afferma che “la Fondazione Falck di Vobarno è l'aggiudicataria temporanea per la gestione dell'ex residenza per anziani le Farfalle di Manerba”.
La notizia così come pubblicata mi lascia alquanto perplesso.

L'importo della base d'asta iniziale è di 1 milione e 170 mila euro per nove anni a cui, mi sembra di capire, si aggiunge l'1% dell'offerta al rialzo, con opzione per altri nove anni.      

La mia perplessità non è tanto dovuta all'importo, anche se considerevole, quanto al modo con cui arrivano queste notizie e alle domande che ne conseguono e che restano in attesa di risposte.
Quali sono gli obiettivi, le finalità di un investimento del genere? Quali vantaggi porta e porterà alla Fondazione Falck e alla comunità vobarnese? La gente di Vobarno ne sa qualcosa o sta subendo passivamente le decisioni di chi è appena arrivato e forse non conosce la nostra realtà?

Ho lasciato la Fondazione da tre anni ormai e ho sempre ritenuto opportuno non intervenire per rispetto del lavoro degli altri.
Ora ci troviamo di fronte a una decisione preconfezionata che forse poche persone conoscono. Eravamo abituati a confrontarci, a discutere proposte, iniziative, progetti, specialmente se comportavano impegni di un certo valore.

Non ho nessuna intenzione di far polemica, vorrei solo capire se ciò che è frutto di un impegno collettivo e pluriennale, costituito con pazienza e tanta buona volontà di tutti coloro che hanno vissuto la realtà della nostra Casa di Riposo (ospiti, familiari, parenti,volontari, personale e amministratori), viene utilizzato responsabilmente per il bene degli ospiti di oggi e di domani della nostra Fondazione.
Se è così ne sono ben felice.

Sono convinto però che la Fondazione è patrimonio della Comunità vobarnese e quindi gli investimenti, con i soldi di Vobarno, si devono fare a Vobarno per ampliare e migliorare i servizi a favore delle persone fragili e bisognose.
Forse mi sbaglio, ma allora fatemi capire dove sbaglio e perché.

Quando abbiamo concluso il mandato in Fondazione nel mese di luglio del 2014, oltre ad un consistente deposito bancario di circa un milione e mezzo di euro (che nel corso di questi tre anni è stato raddoppiato, nonostante ci fosse chi ci accusava di voler fare utili, ma sappiamo bene che buona parte derivano dagli accantonamenti per TFR e per ammortamenti), abbiamo lasciato incompiuta una parte del progetto datato 2009, discusso, condiviso e presentato in vari incontri alla popolazione, che prevedeva due fasi:

-  la prima è stata realizzata dal 2010 al 2012: ospita l'attuale centro diurno, il nucleo sole e quello delle cure intermedie (ex post-acuti che assicura alla Fondazione un contributo annuo di 860.000,00 euro dopo una laboriosa ed impegnativa sperimentazione durata due anni);

-  la seconda, quella incompiuta a causa della impossibilità (allora) di demolire i rustici perché vincolati dalla Sovrintendenza.
Ma il progetto c'era e c'è ancora se lo si vuol considerare.

Ora mi chiedo perché si scopre tutto a cose fatte e non coerenti con quanto progettato a suo tempo?
Ci si rende conto che con la disponibilità finanziaria attuale si può costruire qui a Vobarno un nucleo di residenzialità per anziani?   
Ci siamo dimenticati che il primo nucleo della struttura è stato costruito con il determinante contributo della popolazione e grazie all'impegno dei volontari che, dopo aver suddiviso il paese per zone, frazioni comprese, raccoglievano casa per casa le quote necessarie per il pagamento delle rate semestrali del mutuo?

L'Amministrazione Comunale, maggioranza e minoranza, cosa ne pensa?
Cosa ne pensano gli amici volontari e tutte le associazioni che operano in Vobarno e contribuiscono alla soluzione dei tanti problemi sociali dei vobarnesi?

Mi rendo conto che c'è il rischio di sollevare un “polverone” come si suol dire, ma sono sicuro che una corretta informazione possa giovare a tutti e credo che un sereno e ponderato confronto sia necessario anche per il bene della nostra Fondazione che ha sempre riscosso apprezzamenti e stima per il suo operato: dagli abitanti, dagli ospiti, dai familiari, dalle autorità e dagli Organi preposti alla Vigilanza e al controllo.

Resto in attesa di gradite spiegazioni e chiarimenti e con stima porgo cordiali saluti.       

Pierenzo Faberi

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