Fondazione Falck, la minoranza puntualizza
di Gruppo consiliare Insieme per Vobarno

Il gruppo consiliare Insieme per Vobarno ha scritto una lettera al sindaco con la richiesta di una convocazione urgente del consiglio comunale sulle questioni riguardanti la Rsa vobarnese, nella quale mette in evidenza le problematiche dei rapporti col CdA e della gestione della struttura


Pubblichiamo integralmente la lettera che il gruppo consiliare Insieme per Vobarno ha scritto al sindaco e per conoscenza alla giunta comunale e al CdA della Fondazione I.R. Falck in merito alle questioni riguardanti il Cda e la gestione della struttura, con la richiesta di una convocazione urgente del consiglio comunale per discutere della Rsa vobarnese.


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Vorremmo tornare con alcune riflessioni sulla situazione della Fondazione alla luce dell'incontro del 24 luglio u.s, e non solo. Premesso che è stato un incontro indetto dall'Amministrazione e non un semplice "gesto di gentilezza" nei confronti di nessuno e nemmeno un contentino dato alla minoranza. Quel che ci ha colpito fin dall'inizio e stato l'atteggiamento arrogante di alcuni componenti il CdA, che a più riprese hanno invocato gli articoli dello statuto per rivendicare chissà quale autonomia nei confronti dell'Amministrazione.

Gli statuti vanno sempre rispettati, ma se usati come clava qualche problema si pone. Se si passa dal confronto preventivo sulle scelte rilevanti della fondazione, all'invocazione dello statuto, poiché questo incarico e di nomina del Sindaco sarà opportuno adeguare lo statuto in modo che con chiarezza si evidenzi che il CdA, dopo adeguato confronto, assume direttive in campo socio-sanitario espresse dall'amministrazione.

Va precisato che il CdA non è proprietario delle quote della onlus; questa regola non scritta è negli anni stata la modalità con cui si è agito, anche alla luce della poco "simpatica" conclusione anticipata del mandato del precedente CdA. Affermare questo principio vale per l'oggi e per il futuro a prescindere da chi amministrerà. Del resto basta osservare le direttive del Comune di Gavardo, rispetto alla propria fondazione, e quel che vale a Gavardo può valere anche a Vobarno. Il Presidente lo sa sicuramente e se non fosse così non si capirebbe il perché delle nomine in capo al Sindaco se poi non c'è potere di intervento da parte dell'Amministrazione. Onori e oneri vanno di pari passo.

Se il patto tra gentiluomini non funziona, meglio regole cogenti per tutti. Ma per restare al merito, si fa presente che l'adesione al consorzio, decisa prima dell'incontro, oltre a essere un atto di cattivo gusto nei suoi confronti e in quelli dell'Amministrazione, pone qualche problema di autonomia (stavolta sì) della nostra fondazione. Infatti la mission del consorzio è di un'ampiezza tale che va oltre le economie di scala sugli acquisti e francamente non si capisce cosa c'entri con le finalità della nostra fondazione di offrire servizi sempre migliori agli ospiti che sono persone fragili. Inoltre non Le sarà sfuggito un particolare e cioè, che il Presidente del Consorzio è anche Presidente della Fondazione di Gavardo, dove il signor Salvadori è dipendente in qualità di direttore amministrativo e contemporaneamente è presidente a Vobarno.

Crediamo che la scelta strategica sia chiara e proprio per questi livelli di conflitto di interesse, la questione andava analizzata prima dell'adesione al consorzio considerato che tutta l'urgenza spiegata non esisteva. Tra l'altro dopo le scelte di ATS sulla gestione dei cronici, dubito che altre Fondazioni aderiscano al consorzio. Con stupore apprendiamo la notizia, tra l'altro confermata dalla stampa locale con dichiarazioni del sindaco di Manerba, dell'assegnazione alla nostra Fondazione del progetto di gestione del residence le Farfalle di Manerba. Questa scelta, che non ci risulta sia stata oggetto di confronto preventivo con l'amministrazione, è di gravità inaudita per la disinvoltura con cui si intendono utilizzare le risorse accumulate nel tempo dalla Fondazione. Sono soldi provenienti dalle rette che pagano gli ospiti, in parte anche di provenienza pubblica e andrebbero spesi sul territorio per migliorare i servizi, di cui c'è bisogno, o alleggerirne il peso sulle famiglie. Così si rischia di trasformare la fondazione in un’impresa immobiliare che non è proprio la mission della Fondazione. Si potrebbe anche in questo caso richiamare lo statuto là dove afferma "...entro tre mesi dall'insediamento il Cda presenterà il programma che vorrà sviluppare...". Ma il nodo è altro.

Riteniamo che questo fatto sia di una tale gravità da incrinare il rapporto fiduciario con l'Amministrazione, che può portare anche alla messa in discussione del Presidente e del Direttore Amministrativo. Per questo urge un consiglio comunale che abbia al centro queste questioni. Vi è un altro problema rilevato negli ultimi tempi e in itinere tutt'ora: il continuo ricambio di personale, soprattutto infermieristico a partire dai collaboratori più professionalizzati e di lunga esperienza, cui si aggiungono le dimissioni del Direttore Sanitario e dell'unico medico assunto a tempo indeterminato.

Avevamo già sollevato l'anno scorso l'anomalia che tutti gli infermieri erano in regime di libera professione. Oggi si scopre che cercano altri posti di lavoro e che un lavoro così impegnativo e gravoso non è adeguatamente remunerato, c'è un organico ridotto all'osso e c'è un servizio ADI non equamente distribuito. Si può fingere che le motivazioni delle dimissioni siano tutte per ragioni personali, tuttavia si riscontra un malessere diffuso e quando il numero aumenta in continuazione, significa che il problema esiste e va affrontato. L'eccellenza della nostra fondazione era garantita proprio dal fatto di avere il personale stabilizzato che dava certezze alla struttura e tranquillità agli ospiti. Se non è più così occorre indagare sulle cause che producono tale situazione e rimuoverle.

Occorre avere un Direttore Sanitario assunto in pianta organica e che le sue funzioni e ruolo siano previste nello statuto. Ad ognuno le proprie competenze e responsabilità. La fondazione non è una azienda qualsiasi ma è erogatrice di servizi alla persona. Occorre investire nella struttura completando con investimenti la strumentazione in dotazione ad ogni camera, così da portare anche la parte vecchia al livello di quella nuova, riducendo peraltro la fatica per ospiti e operatori. Tra l'altro rispetto all'avanzo di bilancio sarebbero cifre modeste. Aspettavamo la presentazione di un programma che per statuto doveva avvenire entro i 3 mesi dall'insediamento del nuovo CdA, invece si paventano scelte rilevanti e non prioritarie senza nessun confronto.

Non è sufficiente liquidare la partita "l'importante è che facciano", perché la fondazione ha una storia che viene da lontano, è nel cuore dei vobarnesi ed è obiettivo di tutta l'amministrazione operare per il bene degli ospiti, compreso se ve ne fossero le condizioni di ridurre le rette. Ci auguriamo che su queste osservazioni ci sia la volontà di discutere e di risolvere le questioni, a partire dalla conferma della nostra richiesta di una convocazione urgente e straordinaria del consiglio comunale, prima che scadano i termini di assegnazione definitiva del bando di Manerba, che discuta e definisca gli obiettivi di politica socio-assistenziale cui è chiamata al rispetto anche la Fondazione.


Gruppo consiliare Insieme per Vobarno
Paolo Barbiani
Valentina Albertini
Renato Simoni
Ernesto Cadenelli

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