La Madonna del Rosario ritorna a casa
di Enneci

Il prezioso dipinto cinquecentesco è stato ricollocato nella sua sede orginale nell’altare laterale della chiesa parrocchiale di Agnosine dopo un attento intervento di restauro


Di fronte ad una platea di fedeli, giovedì sera, nella chiesa parrocchiale di Agnosine, si è svolta la cerimonia di presentazione del prezioso dipinto dopo i lavori di restauro per riportarlo allo stato originale

Dopo una breve cerimonia di benedizione della pala d’altare, officiata da un felice don Pietro, il parroco di Agnosine, la serata è proseguita con la “lectio magistralis” dello storico dell’arte Andrea Crescini.

Dopo una preziosa introduzione sull’importanza delle immagini nella cultura occidentale, non a caso le Chiese cristiane sono colme di immagini di Gesù e dei Santi, mentre le Sinagoghe e le Moschee ne sono sprovviste, lo storico si è addentrato nella spiegazione dell’opera d’arte appena restituita alla comunità di Agnosine.

Si presume che il dipinto sia stato creato negli anni immediatamente successivi alla Battaglia di Lepanto svoltasi il 5 ottobre 1571, che vide due mondi in guerra per l’egemonia del Mediterraneo.

La vittoria arrise alle truppe federate sotto il vessillo dello Stato Pontificio al tempo retto da Papa Pio V. Lo stesso Papa successivamente impose a tutta la Cristianità il culto della Madonna del Rosario poiché attribuì la vittoria della battaglia all’intervento della Vergine e
da quel momento in poi tutte le Chiese dovettero dotarsi di un altare dedicato.

Scendendo poi nel dettaglio il dott. Crescini ha spiegato la composizione del dipinto che vede ritratte numerose figure: nella parte alta del dipinto è ritratta la Madonna circondata da due angeli (uno con una corona del rosario in mano, l’atro con delle rose).
Si collocano appena al di sotto San Domenico e Santa Caterina da Siena. Ancora sotto dei due Santi troviamo poi una platea composta da uomini nella parte sinistra e da donne nella parte destra.
Nel gruppo degli uomini si trovano: il Doge di Venezia, presumibilmente Papa Pio V e un terzo personaggio posizionato all’estrema sinistra che rimane sconosciuto ma è ipotizzabile sia un cittadino di Agnosine che contribuì all’opera.

Nella parte destra si trovano raffigurate: una donna con un bimbo, una suora e una terza figura femminile che va interpretata come una allegoria in quanto potrebbe raffigurare la Chiesa stessa o la Repubblica di Venezia.

Insomma un dipinto colmo di significati che le abili mani dei restauratori hanno riportato allo splendore di un tempo. Notevoli le difficoltà tecniche per il suo recupero a causa di danni dovuti alle tecniche usate all’epoca della sua creazione e al passare del tempo che inevitabilmente hanno lasciato sul quadro una patina che ne aveva oscurato i vividi colori.

Fortunatamente nessun danno che non possa essere sistemato grazie alle moderne tecniche di recupero e conservazione delle opere pittoriche.

Ora la parrocchiale di Agnosine è tornata completa: il vuoto in quell’altare è stato riempito dal suo legittimo “proprietario”, restituito all’ammirazione e alla devozione della comunità.
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