Parola al sindaco
di Val.

Paolo Bonvicini, sindaco di Serle, dopo aver inviato nel residence l'agente della Locale vi si è recato in prima persona: «C'erano più di trenta brande occupate - ha detto -. Non capisco perchè la prefettura, anche a noi che siamo disponibili all'accoglienza, ci dice una cosa e poi ne permette un'altra» 

 
«Ci aveva fatto un’ottima impressione a settembre dello scorso anno in occasione di una pubblica assemblea: preparato, sensibile alle diverse esigenze, fiducioso che la presenza dei 23 richiedenti asilo che stavano arrivando non avrebbe creato problemi. E tutto è andato avanti liscio, ma solo per qualche mese».

Inizia così il suo racconto Paolo Bonvicini, sindaco a Serle. Lo interpelliamo dopo aver saputo che nel residence in via Panoramica a Cocca di Sotto c’è del malcontento.

«E’ vero ed è un nostro cruccio – conferma -. Il primo sentore l’abbiamo avuto all’inizio di quest’anno, quando abbiamo interpellato il dott. Sarzina per definire modalità e tempi di inizio dei lavori socialmente utili.
Ebbene, nonostante alcuni ragazzi fossero disponibili, lui aveva chiesto che venisse loro riconosciuto un “contributo economico motivazionale”. Non erano questi gli accordi».

Poi la scoperta che mancava un custode che vivesse almeno la giornata con questi ragazzi, com’era stato promesso in occasione della pubblica assemblea; il fatto che non venissero effettuati i lavori di sistemazione di uno scarico fognario oggetto di ordinanza; il frequente turn-over degli operatori.

Quello che avrebbe fatto «decadere ogni minima fiducia verso l’operato della società Medica» si sarebbe però verificato in queste ultime settimane:
«A seguito della segnalazione da parte di alcuni vicini che evidenziavano la presenza nella struttura di almeno 33 persone, ben oltre le 23 stabilite dall’idoneità alloggiativa, e di tensioni fra i ragazzi ed il gestore, il 28 giugno ho inviato sul posto per un sopralluogo il vigile.
All’agente i ragazzi hanno dichiarato che nella struttura erano presenti 36 persone e lamentavano la mancanza di acqua calda in alcuni appartamenti e la ripartizione non corretta del “pocket money” (i 2,5 euro al giorno di cui hanno diritto i richiedenti asilo, ndr).
Abbiamo fatto presente la situazione alla prefettura, verbalmente e per iscritto, ci risulta però che non sia intervenuto nessuno».

«Anzi – aggiunge il sindaco - Questo mercoledì due richiedenti, guarda caso proprio i due che si erano confidati col vigile, si sono presentati in municipio disperati con in mano un decreto prefettizio che li dichiarava esclusi dal progetto di accoglienza per il loro comportamento».

Per discolparsi i due hanno consegnato una registrazione audio contenente minacce da parte del Sarzina ad uno di loro, accusato di aver parlato con l’agente.
«Anche questa registrazione è finita in prefettura – ha aggiunto Bonvicini -, dove stavolta si sono mossi revocando i due decreti».

La ricostruzione del sindaco è dunque finita in una denuncia circostanziata, presentate ieri ai carabinieri.

«Non voglio aggiungere altro, auspico che venga effettuata una verifica seria per valutare l’effettiva adeguatezza di questa società agli standard minimi previsto per l’accoglienza» ha concluso Paolo Bovicini, sperando che presto anche a Serle possa essere attivato uno Sprar, progetto che prevede un’accoglienza in capo all’amministrazione comunale.

La società Medica srl è la stessa che in Valle Sabbia da qualche tempo si sta occupando di gestione dei richiedenti asilo a Roè Volciano e da pochi giorni anche a Barghe.

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