Ospedale di Gavardo, quale futuro?
di c.f.

Venerdì sera a Gavardo un’assemblea pubblica promossa dal Comune e dalle Comunità montane di Valle Sabbia e del Parco Alto Garda Bresciano con i vertici dell’Asst del Garda e il consigliere regionale Rolfi per fare il punto sulle istanze sanitarie del territorio


«Ospedale di Gavardo, quale futuro?». Alla domanda, diventata sempre più pressante negli ultimi tempi, cercherà di rispondere l'assemblea pubblica convocata per questo venerdì 30 giugno alle 20.30, nell'auditorium «Cecilia Zane», in via Quarena, a Gavardo.

Ad organizzarla il Comune di Gavardo con le Comunità montane di Valle Sabbia e del Parco Alto Garda Bresciano e il patrocinio di Asst del Garda, Fondazione La Memoria e Avis comunale di Gavardo.

L'incontro vuole fare il punto sui servizi sanitari offerti dal presidio, valutare la loro efficacia rispetto alla domanda di assistenza del territorio e tracciare le prospettive del presidio nel breve-medio termine.

Ad aprire i lavori sarà il vicesindaco di Gavardo Sergio Bertoloni. Poi spazio agli interventi di Giovanmaria Flocchini, presidente della Comunità montana di Valle Sabbia, di Davide Pace, presidente della Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano, che porteranno al tavolo della discussione le istanze dell'utenza della valle e del lago.

Gli aspetti prettamente operativi dell'ospedale di Gavardo saranno approfonditi da Peter Assembergs, direttore generale dell'Azienda socio-sanitaria del Garda, e da Pietro Piovanelli, direttore sanitario della stessa Asst di Desenzano. A recepire le varie richieste sarà il consigliere regionale Fabio Rolfi, presidente della Commissione regionale Sanità.

L'assemblea vuole stabilire un canale di confronto diretto fra le istituzioni e gli operatori dell'ospedale e la comunità. Qualche mese fa la struttura era stata al centro di una polemica sui presunti ritardi nelle nomine dei primari pensionati, mentre si trascina da qualche anno la discussione sull'Emodinamica. Azienda, medici e istituzioni spingono per ottenere l'apertura di un reparto strategico per un ospedale che rappresenta il terminale della rete di emergenza urgenza di un bacino che spazia dalla Valsabbia all'entroterra gardesano.
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