Filo da torcere
di Elio Vinati

Con l'approssimarsi dell'estate è naturale per me avventurarsi nei torrenti di alta montagna dalle acque fresche e spumeggianti, regno incontrastato della trota fario


Equipaggiato lo zaino con lo stretto indispensabile e disposte le canne (sia da spinning che da mosca) in un apposito tubo rigido protettivo mi incammino lungo l'irto sentiero colmo di entusiasmo.

La temperatura è gradevole e le condizioni meteo sembrano buone, almeno per il momento. Durante il percorso attorniato da maestosi abeti rossi, intervallati da sontuosi faggi, resto colpito dall'inebriante profumo dei rododendri che stanno iniziando la loro splendida fioritura. Giunto faticosamente alla meta mi accingo a preparare l'attrezzatura da pesca.

La situazione meteo però cambia in maniera repentina e un breve ma intenso temporale si abbatte sulla zona: la risalita del torrente, già resa difficile dai pendii scoscesi, rocce scivolose e dalla vegetazione riparia, si complica ulteriormente. Per questo motivo consiglio sempre di non affrontare mai in solitaria luoghi isolati dove neanche il cellulare ha copertura.

Decido comunque di andare avanti imperterrito nonostante il temporaneo abbassamento delle temperature. L'unico vantaggio infatti del brusco cambiamento climatico è l'attività dei pinnuti che riceve una forte accelerazione, consentendomi di catturare (e di 'lisciare' anche) fario meravigliose e selvagge.

Il temporale è ormai passato, il sole torna a far capolino tra le nuvole.
Sulla strada del ritorno ripenso e rivivo ogni singolo momento appena trascorso: la fatica, la risalita del torrente, il temporale e concludo che queste fario mi hanno veramente dato del filo da torcere...
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