Polemiche in corso nel neocostituito circolo
di Luca Cortini

Non sembra nascere sotto i migliori auspici l'avventura del Partito democratico di Villanuova sul Clisi. Anzi, dopo sole poche settimane dalla costituzione ufficiale del circolo, ci sono già alcune polemiche in corso.

Non sembra nascere sotto i migliori auspici l'avventura del Partito democratico di Villanuova sul Clisi. Anzi, dopo sole poche settimane dalla costituzione ufficiale del circolo, datata (come in tutto il resto d'Italia) 27 gennaio, ci sono già alcune polemiche in corso, legate alla nomina della portavoce Itala Cabrini, ma mutuate in sostanza dalle precedenti divisioni esistenti a livello locale fra la Margherita e la parte maggioritaria dei Ds, cioè quella che lo scorso anno ha nominato Ignazio Gereloni come segretario e che esprime tutti i rappresentanti di area diessina presenti nel Consiglio comunale (oltre allo stesso Gereloni, Mercedes Garzoni, Alessandra Zerneri e Sergio Zanaglio).

La frattura era netta, tanto che da alcuni mesi i Ds avevano dichiarato la loro indipendenza dalla maggioranza di centrosinistra, in cui rimangono ad oggi sette esponenti della Margherita, un ex leghista e un indipendente, peraltro l'unico a non aver aderito al Pd. Tutti gli altri consiglieri di maggioranza sono entrati a far parte di diritto del coordinamento locale del partito, appunto per la loro funzione istituzionale. E proprio attorno al ruolo giocato da questi «non eletti» ruotano gli scontri degli ultimi giorni, resi pubblici con un manifesto dai diessini dissidenti, che comandavano all'interno della Quercia, ma non sono riusciti a far valere le proprie posizioni nel Pd. Una sconfitta che deriva però da dinamiche poco lineari.

Alle elezioni del 27 gennaio erano stati nominati dieci membri del coordinamento, tutti di area Ds, nessuno della Margherita. Fra i dieci, quattro appartengono all'ala contraria alla «scissione» operata dai quattro consiglieri comunali, sei sono invece favorevoli alle scelte del segretario Gereloni e degli altri tre. I primi sostenevano come candidata al ruolo di portavoce Itala Cabrini, gli altri Elena Angelini. Qui nasce la battaglia riportata sul manifesto affisso all'ingresso del municipio.

Al momento di votare per la nomina del portavoce in molti avevano proposto che i membri di diritto si astenessero. I motivi in sostanza sono due: la non legittimazione tramite il voto popolare e il fatto che gli eletti fossero in numero minore, con il pericolo che l'istinto conservatore di chi già possiede ruoli di governo potesse prevalere sull'obiettivo del rinnovamento. Pare che anche la stessa Cabrini avesse dato parere favorevole a questa proposta, che le avrebbe però impedito di diventare coordinatrice, dato che senza le preferenze dei consiglieri comunali avrebbe vinto la Angelini 6-4. Al contrario invece il blocco Margherita ha permesso alla portavoce di superare la rivale 11-10: quattro eletti più sette consiglieri comunali (Margherita), contro sei eletti più quattro consiglieri comunali (Gereloni e gli altri). Le somme tornano se si esclude dai dodici membri di diritto l'ex leghista Alessio Bussi, sulla cui adesione al Pd restano riserve da parte di alcuni, motivo questo della sua esclusione dalle votazioni.

Certo quello che aspetta ora Itala Cabrini non è un compito fra i più facili. «Si stanno trascinando questioni precedenti al Pd, ma credo che lavorando insieme come dobbiamo fare adesso riusciremo a superarle -dice la portavoce-. In ogni caso sulla questione della mia nomina vorrei specificare che, se avessimo deciso prima che i membri di diritto non avrebbero partecipato al voto, probabilmente anche gli equilibri prodotti dall'assemblea del 27 gennaio sarebbero stati differenti. Ma ripeto: dobbiamo andare oltre e io spero di riuscire a rappresentare entrambe le anime del partito».

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