La casa dei fantasmi
di Val.

Oggetti che si spostano, divano e materassi che prendono fuoco... quella casa sembrava davvero invasa dai fantasmi. Invece...

  
«Abbiamo chiesto all’imam e lui ci ha detto di pregare forte per due ore dalle due del pomeriggio, ma invece che diminuire i dispetti sono aumentati. Mio fratello non ce la fa più a stare dentro a questa casa e lo sto ospitando io che abito dall’altra parte del paese».

Così ci dice Zhoor F., pakistano residente a Odolo, mentre ci fa vedere quel che è successo nei giorni precedenti nella casa dove Mohamed, che non parla bene l’italiano come lui, vive da tre anni con la moglie e due bimbe di 6 e di 9 anni.

Ad infastidire e spaventare la famigliola di immigrati, in un appartamento al primo piano servito da una corte che si affaccia su via Mazzini, a Odolo, secondo il racconto dei due uomini sarebbero dei fantasmi: «Succedono queste cose, lo sappiamo, ma perché proprio a noi?».

A chiamarci è stato Franco, il vicino, che assicura: «Sono bravissime persone» e in alcuni passaggi ci aiuta ad interpretare le loro parole.

«Succede solo di giorno e quando c’è tutta la famiglia. Gli spazzolini da denti che finiscono insieme ai detersivi, un intero litro di olio versato in una casseruola, il Corano nascosto dietro l’armadio, mobili che si spostano, il sale che finisce nel barattolo del tè...» e via sorprendendo.

Su tutto il fattore forse più inquietante: un presunto fenomeno di autocombustione che ha interessato vestiti, mobili, materassi e divano.
«Ma sei sicuro che non sia stata una delle bimbe, o tua moglie che è stufa di stare qui?» gli chiediamo.
«No no, siamo tutti insieme e le cose succedono lo stesso» assicura Mohamed.

Della vicenda sono stati interessati anche i carabinieri, sempre con Franco a fare da intermediario, che nella serata del 24 aprile hanno effettuato un sopralluogo e per il 25 hanno invitato i due fratelli a presentarsi in caserma a Sabbio Chiese.

Ed è scattata la denuncia:
non contro i fantasmi però, nemmeno a carico di ignoti.
A beccarsi la notifica a norma di legge, infatti, sono stati marito e moglie, per il reato di “danneggiamento seguito da incendio”.

A questa conclusione è arrivato in meno di un’ora il maresciallo Massimo Rosina, che ha messo “sotto torchio” i due fratelli fino a quando sono arrivate le prime contraddizioni, poi anche l’ammissione di responsabilità: Zhoor abita un appartamento dell’Aler e fra un mesetto raggiungerà la sua famiglia in Inghilterra per stabilirsi lì; a Mohamed non sembrava vero di poter prendere la casa del fratello, più spaziosa, e risparmiare anche un bel po’ sull’affitto.
Aveva però bisogno di una scusa per farlo.

Magari avrebbe pure diritto, alla casa popolare: meglio sarebbe stato, però, se avesse presentato regolare domanda.
Gli toccherà invece imbiancare casa e ricomprarsi divano e materassi, per continuare a vivere nella casa di via Mazzini... a prova di ghostbusters.

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