Tignola tessitrice
di Val.

Probabilmente non è in grado di fare del male agli esseri umani. Certo non sono felici della sua presenza le piante sulle quali posa la sua soffocante tela. Noi l'abbiamo incontrasta a Sabbio Chiese. VIDEO

 
Il fenomeno si ripete da qualche primavera, ma quest’anno, lungo via Roma a Sabbio Chiese, ha assunto proporzioni davvero impressionanti incutendo anche un po’ di apprensione fra la popolazione residente.

Da un paio di giorni, alcuni cespugli lungo la scarpata che scende verso la Provinciale 79, infatti, sono completamente ricoperti di un velo setoso che protegge milioni di bruchi, alcuni dei quali sono ormai lunghi circa 3 centimetri ed hanno preso a migrare sul prato circostante.

Lungo via Roma hanno ricoperto di uno spesso strato setoso anche una cinquantina di metri di protezione in legno.
«Abbiamo avvisato in municipio come facciamo da qualche anno, poi anche i vigili del fuoco che sono arrivati a Pasquetta da Salò» ci dicono alcuni abitanti lungo la via, che è la stesa che percorrono a piedi decine di ragazzini che vanno a scuola.

Ieri pomeriggio gli addetti di una ditta di disinfestazione sono intervenuti per un primo intervento, chiamati dall'Amministrazione comunale, e non è escuso che ne servano altri.
I bruchi erano saliti persino sui lampioni, dai quali avevano iniziato a penzolare attaccati ai loro “fili”.
Per fortuna non si tratta della “processionaria”, urticante e pericolosa anche per l’uomo in quanto è in grado di provocare lo shock anafilattico.

I bruchi di Sabbio sarebbero infatti del genere “yponomeuta”
detti anche “ragne”, che poi si impupano e danno vita alla “tignola tessitrice”, insetto fastidioso solo per le piante di cui si nutrono allo stato di larva, per lo più appartenenti alle “celastracee” come il “ciliegio a grappoli” o la “berretta del prete”.

Il clima favorevole di questi ultimi anni
ne avrebbe favorito oltremodo la proliferazione.

Nel XVI
secolo il tessuto composto da milioni di questi individui veniva raccolto e diventava delicato supporto sul quale dipingere piccoli ritratti ovali utilizzando pennelli a punta fine, realizzati sembra con piume di beccaccia.

Esisterebbero al mondo solo poco più di cento quadri
realizzati su questa base, chiamata “tela di ragno”.
La tecnica per realizzarla, infatti, si sarebbe persa nella notte dei tempi.
 
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