Grande partecipazione alla tradizionale Via Crucis
di Aldo Pasquazzo

Settanta i figuranti, dodici le stazioni viventi e tanta gente anche dal bresciano ieri sera alla solenne Via Crucis vivente di Storo giunta alla sua 15ª edizione


Ieri sera a Storo qualche ora prima che iniziasse la solenne processione della Via Crucis una perdita di gas, proprio all'altezza della centralissima Piazza Unità d'Italia (Casa Marenar), rischiava di dover escludere non solo il transito ma anche la successiva sosta presso quella stazione vivente.

Poi il pronto intervento del personale Italgas, ha evitato rischi e complicazioni. “Si trattava di un guasto dovuto ad un difettoso allacciamento esterno effettuato qualche giorno fa da privati ma che riscontrava conseguenti perdite alle quali abbiamo rimediato in tempo sostituendo dei manicotti”, avverte il responsabile tecnico ingegnere Tiziano Stagnolli.
> Ma al di là di tale inconveniente, prontamente superato, la solenne Via Crucis del Venerdì Santo è e resta una ricorrenza sentita e partecipata ma non solo da parte della gente di Storo. Stazioni, figuranti e la presenza dei “batedùr de bore” rappresentano una caratteristica unica lungo le strade rese percorribili attraverso luminarie artigianalmente preparate per l'occasione con tanta cura e fantasia da volontarie e volonterosi.

“A questa XV edizione ben 120 i volontari, 70 i figuranti e dodici le stazioni di cui la prima e l'ultima verso la chiesa” ricorda lo storico professor Gianni Zontini che aggiunge: “Tra i batedùr molti sono nuovi e parecchi anche giovanissimi”.

“La presenza di quest'ultimi - avvertiva il senatore Franco Panizza affiancato lungo la processione dalle due quote rosa dello stesso partito (Loretta Cavalli ed Ersilia Ghezzi) presenti in amministrazione - contribuisce sicuramente ad imprimere un senso doloroso lungo l'intero percorso. A dire il vero già ero venuto altre due volte ma in quelle circostanze però aveva prevalso il maltempo e quindi non mi era stato possibile assistere alla Via Crucis”.
“Pure stavolta – chiosa Davide Gelmini che assieme alla moglie Mariella, insegnante, sono tra i referenti promotori - c'è stato un forte impegno e un coinvolgimento delle diverse realtà di paese (oratorio e associazioni varie) per rivivere questa tradizione che nel lontano 1936 era stata interrotta dall'allora parroco don Colmano e dal podestà dell'epoca”.

Ancora Gelmini: “Oltre al suono caratteristico delle bore lungo la Via Crucis, presieduta dal reverendo arciprete decano don Andrea Fava, emergevano i canti e le sacre letture nonché gli echi delle ranganelle e la “tambela”, ossia antico strumento in legno che diffondeva un suono secco ma che durante il triduo pasquale sostituisce solitamente il suono delle campane”.

A conclusione della funzione gli stessi “batedùr de bore” si sono intrattenuti sul sagrato con l'esecuzione di “Hora nona” che ha coinvolto molto i presenti. Per l'occasione c'è stata l'aggiunta di un nuovo brano preparato dal direttivo del gruppo e dedicato a coloro che hanno iniziato e reintrodotto questa tradizione, tra cui Gianni e Elvio Zontini ai quali si sono di recente succeduti il nuovo presidente Loris Scarpari, il suo vice Andrea Negri e Denis Beltramolli nel ruolo del martì, ossia del maestro.

in una foto di archivio i Batedur de Bore di Storo
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