Amolini, la carica dei 108
di Daniela Amolini

Domenica 2 Aprile 2017 per la prima volta nella storia locale, la famiglia Amolini discendente da ben tre ceppi generazionali si è riunita a Sabbio Chiese


Centotto persone di almeno quattro generazioni si sono ritrovate al ristorante La Ruota per incontrare parenti vicini e lontani, scoprire le proprie radici e riallacciare rapporti latenti. 

Le ricerche genealogiche, iniziate da Ivan Amolini e dalla moglie Bianca unitamente al desiderio delle cugine Augusta e Franca Amolini di ricercare le proprie radici si sono concretizzate in questa inaspettata quanto numerosa corrispondenza.

Le informazioni tratte dai Comuni e dagli archivi storici di alcune delle chiese della valle, incrociate con i ricordi dei membri più anziani della famiglia, hanno contribuito attraverso le loro reminiscenze alla ricostruzione di una storia familiare che retrocede fino al 1695.

La famiglia Amolini, di origine della Valle Sabbia, proveniente da Capovalle, trova il suo inizio nel ‘900 quando Giovanni, Agostino e Pietro, mossi dalla ricerca di condizioni lavorative più favorevoli partirono e si stabilirono a Bione, Clibbio e Casto.
 
L’input tecnologico di Facebook si è rivelato un mezzo efficace per rintracciare una parentela lontana nelle generazioni, oggi estesa in alcune regioni del nord Italia, Toscana, Svizzera, Francia e Argentina.
La nutrita partecipazione all’evento ha dimostrato il bisogno di ricerca e conservazione del patrimonio costituito dai legami familiari, riconoscendoli come un valore anche in una società che sembra averli superati. 
 
L’atmosfera festosa di questo incontro è stata preceduta dall’attesa preparatoria effettuata tramite un gruppo WhatsApp creato per motivi organizzativi, che aveva già fatto scaturire una primitiva conversazione fra alcuni dei partecipanti accomunati fino a quel momento esclusivamente dal medesimo patronimico. 
 
A una messa nella parrocchiale di Bione per commemorare gli antenati, alla quale hanno partecipato tutti i parenti provenienti dai vari paesi, è seguito l’aspetto conviviale occasione di una reale conoscenza. 

La presentazione dell’albero genealogico sviluppato su un cartellone lungo cinque metri
ha evidenziato la ricorrenza di nomi propri che accomunano tutte le famiglie tra i quali Caterina, Bortolo, Mario, Battista e Agostino.
I più anziani presenti entrambi ottantanovenni Mario di Clibbio e Mario di Bione unitamente ai più piccini hanno costituito una vera e propria immagine generazionale a confronto. 
 
Per celebrare questa prima riunione è stato creato uno stemma che simbolicamente rappresenta le radici e tradizioni della famiglia: al centro un albero di Amoli, rara specie di rosacee, davanti al quale sono mostrate la falce e il rastrello per significare la principale occupazione degli avi.
Sopra al rosone l’immagine di un fringuello simboleggia l’attitudine alla caccia, mentre la frase “Sub Cortice Mitis”, scelto come motto familiare, descrive una comune tipicità caratteriale riscontrata tra gli Amolini. 
Il nuovo simbolo familiare, scelto nei temi e accolto positivamente da tutti i membri, è diventato elemento aggregativo di una ritrovata appartenenza.  
 
Il riscontro della giornata si è concretizzato nell’auspicio di una crescente e duratura relazione estesa anche ai componenti impossibilitati a partecipare a questo primo appuntamento.
Infatti il desiderio espresso di ripetere questa esperienza periodicamente, può costituire insieme al “brand familiare” il principio di una nuova tradizione. 

Daniela Amolini, da Londra
 
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