Racconti di uno scrittore
di Enneci

La serata con Gianluca Morozzi organizzata dalla Biblioteca di Vestone, orfana di Emanuele Filippini a causa di un’indisposizione, ha permesso al pubblico di conoscere sull’evoluzione letteraria dello scrittore bolognese


La biblioteca “U. Vaglia” di Vestone, per la serie di incontri con gli autori "Un'ora con...", ha accolto giovedì scorso lo scrittore bolognese Gianluca Morozzi.

La serata, orfana di Emanuele Filippini a causa di un’indisposizione, si è incentrata, grazie anche a Nicola Cargnoni nella veste di moderatore, sull’evoluzione letteraria dell’ospite.

Dagli anni ’90, con il primo concorso letterario intitolato “Raccontaci il mare”, a tutti i successivi concorsi a cui partecipò, circa un’ottantina, che non vinse “per una sorta di coerenza col primo”.

Giungendo poi alla pubblicazione nel 2001 del romanzo “Despero” per la casa editrice Fernadel in cui si narra la storia di una rock band; passando per “Blackout”, un thriller horror da cui fu ricavato anche un film e che segnò la svolta della sua carriera trasformando la sua passione in una vera e propria professione.

La particolarità di Morozzi sta nello spaziare costantemente tra un genere e l’altro non a caso nella sua produzione troviamo thriller, horror, gialli ma anche romanzi più “leggeri” e una esegesi su Bob Dylan (di cui è grande fan) sotto forma di romanzo in cui un ipotetico figlio segreto del recente premio Nobel per la Letteratura tenta di spiegare chi sia suo padre alla sua ragazza che non ne conosce nulla.

Per tornare a narrare lo scorso anno, in “Confessioni di un povero imbecille”, la storia della rock band iniziata nel 2001 con “Despero”.

Stephen King, il Bologna calcio, Woody Allen, Stefano Benni, Bob Dylan, Paolo Villaggio, Bruce Springsteen, Agatha Christie e innumerevoli altre ispirazioni guidano la penna di Gianluca Morozzi in un eclettismo che lo rende unico nel panorama della narrativa in cui molte volte gli scrittori sono “compressi” in un unico genere.

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