Perché è opportuno un progetto comune
di Ernesto Cadenelli

In merito alla proposta del prefetto di Brescia di istituire in Valle Sabbia un "Sprar" per l'accoglienza dei richiedenti asilo, sulla quale i sindaci hanno cominciato a confrontarsi, interviene Ernesto Cadenelli

 
Gestire o non gestire un progetto di accoglienza profughi?
Questo è il dilemma che continua ad attanagliare le amministrazioni della Valle.
Anche se dopo l'auspicio del Prefetto di qualche giorno fa, pare che il fronte dei Sindaci sia più articolato.

Rimane il “niet” del Presidente della Comunità montana che, nella sua duplice veste sovra comunale e di Sindaco di un piccolo comune, non riesce a mettersi d'accordo con sé stesso.
Dimentica che essendo presidente di una istituzione non elettiva, quale la comunità montana, ha il dovere di offrire anche sul tema profughi un progetto che supporti i sindaci che vogliono aderire. 
Non occupa quella poltrona per conto di Salvini, ma per una convergente volontà di amministratori di diverso orientamento politico che vedono nella Cm una fonte di servizi aggregati, compresa la gestione di questo fenomeno.

Le proposte del Prefetto,
supportate anche dalle nuove norme varate recentemente dal Governo in tema di riorganizzazione dei centri accoglienza, di rapidità dei rimpatri per i non aventi diritto e di contributi economici per i Comuni aderenti, hanno fotografato una diversità sostanziale di approccio al tema da parte dei Sindaci della Valle.

Per la verità penso che si siano persi due anni in discussioni senza capo né coda, che ci rimandano al tema iniziale: il fenomeno dei profughi esiste e bisogna gestirlo!

Tornando al merito della questione mi pare emergano tre orientamenti: sindaci totalmente contrari, sindaci favorevoli, sindaci favorevoli perché sperano di ridurre il numero delle presenze sul loro territorio o si sono resi conto che la gestione affidata esclusivamente a privati senza governo pubblico crea situazioni di dubbia dignità.

Tralascio i primi,
che purtroppo per loro dovranno subire quanto decideranno le autorità governative in tema di assegnazioni, il caso di Anfo è stato emblematico.

Gli altri due gruppi di orientamento possono convivere e condividere un progetto coordinato (sperando che strada facendo anche i dubbiosi si convertano alla bontà di una linea di accoglienza convinta); anche se  alcuni dovranno fare i conti in casa col sostegno della Lega alle loro giunte.

In definitiva l'adesione allo SPRAR comporta il fatto che ogni comune avrà una presenza molto contenuta di profughi sul proprio territorio, per i piccoli comuni si parla di 6 presenze, per Comuni come Vobarno di circa 20.
Dal punto di vista delle condizioni minime di dignità, del rispetto degli impegni previsti dalla legge a favore dei profughi, della sicurezza per le comunità, della possibilità di costruire progetti reali di inserimento, non v'è dubbio che il coordinamento del Comune è una garanzia.
Sono inoltre previsti contributi per i Comuni che si attivano.

Ma la cosa più importante è che le esperienze positive realizzate in Provincia di Brescia, hanno dato risultati straordinari, pur in presenza di problematiche connesse al fenomeno.
Brescia, Collebeato, i Comuni della Valle Camonica, per citarne alcuni, hanno potuto gestire i 35 euro pro-profugo per finanziare micro-progetti di accoglienza diffusa, affidando il lavoro a Cooperative di giovani (dio sa quanti sono i disoccupati) e coinvolgendo una rete di volontariato di supporto. L'accoglienza per piccoli gruppi aiuta a fugare le paure e le insicurezze.

Il continuare ostinatamente a mettere la testa sotto la sabbia
, non voler affrontare il problema, significa continuare a far fiorire speculazioni e gestioni affaristiche di privati che vedono nel fenomeno opportunità di guadagno.
La selezione degli operatori e dei gestori da parte dei Comuni sarebbe una garanzia di serietà e corretta gestione.

Gli ospiti attualmente in Valle sono soprattutto giovani, che vanno aiutati ad inserirsi prima che possano prendere strade pericolose.
Ma c'è anche il problema dei minori non accompagnati o delle donne che hanno subito violenze di ogni genere nel loro viaggio.

La Comunità Montana, se coordinasse i comuni e favorisse le sinergie, potrebbe dare un contributo notevole.
Così come se le persone laiche ascoltassero la loro coscienza e i credenti e ministri del culto Papa Francesco.
 
Ernesto Cadenelli

-----------------------------------

Pubblichiamo volentieri, nella speranza che questo possa contribuire al dibattito in corso.
Ubaldo Vallini
170403_immigrato-asilo.jpg