«Rapporto annuale»
di Ubaldo Vallini

Le opere per regolare il lago, i suoi livelli e l'ultimo accordo firmato dal sindaco Nabaffa, all'ordine del giorno del convegno aperto a tutti atteso per questa domenica a Idro

 
Entra nel vivo in questi giorni, semmai che ne fosse uscita qualche volta, la questione del lago d’Idro.
Un appuntamento importante per fare il punto della situazione, potrebbe essere quello atteso per domenica 3 marzo, alle 16 nell’aula magna del Perlasca di Idro, quando gli “Amici della Terra Lago d’Idro e Valle Sabbia” relazioneranno il loro “Rapporto annuale sulla difesa del lago”.

Ad affiancarli per l’occasione un consigliere della Provincia autonoma di Trento, il pentastellato Filippo Degasperi, Franco Tessadri di Mountain Wilderness ed il presidente del Parco naturale Adamello Brenta Joseph Masè.

Sul tavolo, i lavori annunciati come imminenti per la realizzazione di nuove opere di regolazione del lago e le battaglie legali intentate dalle associazioni ambientaliste e dal Comune di Idro per bloccarli, la regola per la gestione dei livelli dell’Eridio ed il nuovo ingresso al paese di Idro, tanto per cominciare.

Tanta la carne al fuoco.

A far discutere più di tutto, sulla simbolica griglia c’è la firma del sindaco di Idro, Giuseppe Nabaffa, in calce al documento su come utilizzare i fondi per i Comuni di confine.

Un accordo che da una parte finanzia con 5 milioni e mezzo di euro il tanto atteso nuovo ingresso al paese, ora angusto e su un ponte fatiscente; dall’altra, indicando i livelli che il lago dovrà tenere durante e dopo la realizzazione delle nuove opere (ci vorranno cinque anni per farle), a detta di molti stabilisce in via definitiva che il lago verrà regolato con un’escursione di 3 metri e 25, riportando così indietro la lancetta del tempo di almeno dieci anni e mettendo una pietra tombale su ogni velleità di ridurre l’anacronistica “danza” del lago.

Ebbene: a rendere oltremodo “appetitoso” il convegno di domenica prossima, potrebbe essere proprio l’auspicato intervento del sindaco Nabaffa, invitato a parlare e a spiegare ai comitati di ambientalisti che l’hanno sempre sostenuto, quello che da loro viene ora ritenuto un voltafaccia inaspettato.

«Nessun passo indietro e nessun cambiamento di linea» aveva detto Nabaffa siglando il contestato documento, attorniato dagli amministratori di Comunità montana, Provincie e Regione.

C’è o non c’è una contraddizione in questo? Ora gli toccherà di spiegarlo ai “suoi”.
Una mano non indifferente potrebbe dargliela il linguaggio degli accordi, che necessariamente è scritto in “burocratichese”: il documento, indicando l’escursione del lago da tenere durante i lavori, non può esimersi dall’affermare cosa avverrà dopo e quel dopo può fare riferimento solo all’unica regola esistente in questo momento, i 3 metri e 25 appunto.

La questione resta invero del tutto aperta dal punto di vista politico: possibile che dopo 10 anni di lago gestito con un metro e trenta di escursione, anche in anni siccitosi, non si possa far diventare questa stessa consuetudine una regola? Sembrerebbe logico.
Peccato che per fare questo serve una unità di intenti, almeno dei Comuni lacustri se non a livello regionale, che non c’è.

.foto: Anfo e il lago d'Idro, scattata ieri da Simonetta Lombardi.

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