«Patrimonio da preservare»
di Ubaldo Vallini

Per la "prima" dei Balarì in Cavìl, a Bagolino è arrivata anche Cristina Cappellini, assessore alla Cultura della Regione Lombardia.
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La messa di primo mattino in San Giorgio, la prima ballata sul sagrato in onore del “prevosto” e poi via.
I volteggi dei balarì ieri hanno iniziato a colorare le piazzette e gli androni di Cavril, la metà del paese che guarda verso l’alta valle del Caffaro.

Oggi lo stesso succederà per Osnà, meteo permettendo.
Così da sempre nel Carnevale bagosso. Quest’anno con una variante che è ancora tutta da “digerire”.

Al mattino, infatti, sono entrati in scena due gruppi di balarì, ciascuno coi suoi sonadur. Il motivo è che le richieste per vedere i balarì danzare davanti a casa sono diventate così tante che da qualche anno l’ultima danza in Piazza Marconi, l’Ariosa, non viene messa in scena prima delle 22.
Ci sarà tempo per capire se questo strappo alla regola potrà diventare definitivo.

Altra novità la presenza fra il folto pubblico di Cristina Cappellini, assessore regionale alla Cultura, favorevolmente colpita, quanto le centinaia di persone presenti in paese, delle peculiarità della manifestazione bagossa. Le abbiamo chiesto cosa può fare la Regione per Bagolino e per il suo Carnevale.

«Certamente promuovere questa straordinaria manifestazione – ci ha detto l'assessore -. L’abbiamo fatto in passato inserendola nel nostro archivio etnografico, presentandola quest’anno con una conferenza stampa a Palazzo Pirelli, oggi sono qui proprio per vedere di prima persona questa particolare manifestazione del nostro patrimonio immateriale, che intendiamo salvaguardare in tutti i modi».

Nota di cronaca: la presenza per il secondo anno dei vigili di Ospitaletto col comandante Marco Mensi, coi quali il Comune ha stipulato una convenzione, unita all’azione preventiva di “Voci del Carnevale”, sembra funzionare: nessuna rissa e nessun coma etilico, almeno fino a ieri pomeriggio.

Per finire una doverosa rettifica idiomatica
: i ragazzini che a Bagolino danzano la domenica e il lunedì non sono balarì “pìcoi”, come abbiamo scritto, ma sono “pesègn” nel capoluogo e “picinì” a Ponte Caffaro.

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VallesabbianewsTV

 


 
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