In scena le maschere doppie del Carnevale di Livemmo
di c.f.

Puntuale nella penultima domenica di Carnevale torna secondo tradizionale la festa in maschera nel borgo di Pertica Alta


Da anni il Carnevale di Livemmo va in scena nella penultima domenica del periodo di Carnevale. Così quest’anno l’evento, organizzato dal Gruppo Folcloristico di Pertica Alta con il patrocinio del Comune, avrà luogo domenica prossima, 19 febbraio.

A partire dalle 14.30 le maschere della tradizione invaderanno la piazza centrale del paese vestita a festa con musica, i dolci tipici della tradizione carnevalesca, accompagnato anche da rappresentazioni di scene tipiche degli antichi mestieri della zona.

La manifestazione livemmese non ha eguali in tutto il bresciano.
Della sua nascita nella notte dei tempi non si hanno notizie: certamente antichi sono i caratteri culturali che le particolari maschere rappresentano. I personaggi che danzano e si muovono in piazza narrano di una realtà storica nella quale esistevano divisioni sociali in classi chiuse e sottomissione totale a condizioni servili che, solo nella rappresentazione carnevalesca, trovano libero sfogo.

Fra i tanti, i costumi che presentano caratteristiche particolari sono “la vecia del val”, “l’omasì del zerlo” e “l’uomo bifronte”.
La prima è una vecchia montanara che nel “val”, un grosso cesto che anticamente serviva per setacciare l'orzo, sembra portare a spasso il suo uomo.

“L'omasì” invece è un contadino nel cui “zerlo”, profondo cesto che veniva utilizzato per trasportare il letame a spalle, trova posto un altro personaggio, all'apparenza meno goffo e rozzo, che potrebbe essere un altro agricoltore che sfruttava il lavoro del primo.

Queste due maschere probabilmente simboleggiano la sottomissione che le classi sociali considerate inferiori dovevano subire. La particolarità sta nel fatto che lo spettatore trova difficoltà già a comprendere che trasportatore e trasportato non siano due persone in carne ed ossa, ma una sola con fantoccio, figuriamoci a stabilire quale dei due sia l'uomo e quale il manichino.
Infine “L’uomo bifronte”, ovvero colui che non lascia mai intendere se stia andando avanti o indietro.
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