Due eroi della Grande Guerra
di Edoardo Teotti

Sabato 11 febbraio, alle ore 8,30, presso la sala consigliare della Comunità Montana di Vallesabbia a Nozza di Vestone si è tenuta una conferenza storica sulla Prima Guerra Mondiale...


Per l'occasione sono stati presi ineesame i fatti accaduti a due protagonisti del conflitto: i marinai pluridecorati Nazario Sauro e Luigi Rizzo. 
Relatore è stato un docente di storia presso l’Accademia Navale di Livorno, prof. Marco Gemignani.

Prendendo spunto dalla vicina data di commemorazione in memoria delle vittime delle Foibe, il docente ha affrontato un excursus storico parlando delle vittime delle guerre, partendo dai conflitti d’Indipendenza italiana alla Grande Guerra, ricordando agli spettatori fatti non iscritti nei libri di storia ma pieni di fascino per le loro vicissitudini e le rocambolesche avventure di coloro che li hanno vissuti.

Protagonisti sono stati due grandi eroi della guerra, Nazario Sauro e Luigi Rizzo. Due personaggi con diversa provenienza territoriale ma legati dallo stesso sacrificio e onore per la patria. Addirittura, come ricorda il relatore, Rizzo vantò due medaglie d’oro al valor militare per le imprese compiute, un record mai eguagliato. 
Una settantina i presenti. Fra questi i rappresentanti delle associazioni locali di origine culturale e storico, oltre a numerosi e valorosi ex militari alpini e marinai. 

Questi in sintesi i contenuti di una conferenza di un paio d’ore.

Immaginiamo una linea del tempo, in cui sono state collocate alcune date di riferimento: la prima guerra d’indipendenza del 1848-49, la seconda del 1859, la spedizione dei mille del 1860-61, la terza guerra d’indipendenza del 1866, la breccia di Porta Pia del 1870… e altri fatti importantissimi per la formazione dello Stato d’Italia.
Fino al giungere della Prima Guerra Mondiale e alla miccia che l’ha fatta avviare il 28 luglio 1014: l’attentato di uno studente bosniaco al principe austriaco presso la città di Sarajevo.

All’inizio l’Italia restò neutrale, divisa tra tre tendenze interventista, neutralista e la “teoria del parecchio”, ma il 24 maggio 1915 i governanti decisero di partecipare alla guerra.
La miglioria delle armi rispetto ai conflitti precedenti determinò il grande numero delle vittime e le perdite furono circa 20 milioni in tutte le parti prese in causa. E anche dopo la guerra, come una mannaia che colpisce inesorabile, la “spagnola” decimò tante altre persone, povere e innocenti. La guerra all’inizio fu di movimento, poi diventò di posizione, presso le trincee.
Fu una lotta sanguinosa che arrivò a comprendere le Alpi, ad oltre 3000 metri di quota, con condizioni impressionanti e fatiche inaudite da parte dei soldati. Da una parte austriaci, dall’altra italiani. 

Nella prima guerra mondiale, le risorse italiane part
irono con numeri e gestioni svantaggiate, soprattutto nella divisione navale, con grossi problemi di difesa nella parte adriatica del territorio. La base portuale più importante fu Taranto, che era persino sullo Ionio, per cui tutte le coste orientali si ritrovarono scoperte e senza possibilità di grande controllo.
La tempestività di intervento non fu di possibile attuazione. Questo nonostante le forze italiane fossero in misura maggiore rispetto al nemico (3 unità contro 2).

A questo punto, il prof. Gemignani si è soffermato a tracciare le figure dei due eroi di guerra.

Nazario Sauro (Capodistria 1880 – Pola 1916)
Forti sentimenti di italianità, desiderò che la sua terra diventasse italiana. Trasportò armi per gli albanesi contro i turchi.
La sua appartenenza nazionale fu talmente sentita che tutti i figli ebbero nomi di protagonisti della spedizione dei mille. Si arruolò in Italia e divenne tenente di vascello della Regia Marina.

Grazie alle sue conoscenze della lingua e del territorio straniero (parlava in modo appropriato il dialetto istriano) fu favorito nelle azioni militari, tanto che alcuni attacchi andarono a buon fine.
Quando era in un sommergibile, il Pullino, venne catturato dopo averlo abbandonato incagliato. Venne imprigionato a Pola come presunto nemico.

Sospettavano che fosse il traditore Nazario Sauro e vennero chiamate a testimoniare la sua identità la madre e la sorella, che negarono di conoscerlo. Il  cognato invece, fortemente filo-asburgico, lo riconobbe e lo fece condannare a morte per impiccagione. Fu seppellito in terra sconsacrata e nel 1945 venne trasportato a Venezia.

Luigi Rizzo (MiIazzo 1887 – 1951) 
Si diplomò a Messina con pieni voti. Nel 1915 si arruolò nella Marina Regia e venne destinato alla difesa di Grado. Si innamorò di una donna del posto e la sposò il 27 ottobre 1917, durante la ritirata di Caporetto.
Rizzo divenne un “massista” sopra i veloci motoscafi autosiluranti: i MAS (vennero progettati a Livorno e poi costruiti per tutta Italia, nella misura di 250, in tre versioni: cannoniera, silurante o entrambe le cose).
Rizzo partecipò all’affondamento della Nave Vienna (Wien), corazzata costiera a basso fondale.

Prese una medaglia d’oro e divenne capitano di corvetta e ufficiale di carriera. Nella Beffa di Buccari, Rizzo affrontò insieme a Ciano e D’Annunzio con tre mas una grande e potenziale impresa militare.
Non calcolarono bene le quote del fondale e i siluri passarono sotto le navi, non colpendo nessun bersaglio importante. Lì D’Annunzio calò tre bottiglie con messaggi nel mare per prendersi gioco degli austriaci.

La tattica fu piuttosto sballata, ma ci fu però una importante conseguenza: da quella beffa gli austriaci impararono che non si poteva dare per scontata la forza intuitiva e l’onore dei marinai italiani e aumentarono le navi in sorveglianza togliendole da altri punti strategici.

Nel 10 giugno 1918 ci fu l’impresa di Premuda: la Santo Stefano, una delle navi corazzate migliori degli austriaci, venne affondata dal mas di Rizzo, che per l’occasione prese la seconda medaglia d’oro. 

La conferenza si è conclusa con un lungo applauso da parte degli ascoltatori. Tutti hanno ringraziato il docente e lo hanno invitato a nome di Paolo Tabadorini, Mauro Vivenzi e altri dirigenti delle associazioni storiche locali a ripresentarsi quanto prima possibile per organizzare un altro convegno culturale. 

Per l’occasione ringraziamo il Comune di Vestone e la Comunità Montana di Vallesabbia che hanno offerto gratuitamente l’utilizzo serale della sala conferenze.

Data la numerosità dei riferimenti storici e delle accurate descrizioni del docente, mi scuso di eventuali omissioni e/o sbagli di trascrizione.

Edoardo Teotti, Associazione Vestone Amici della Storia.
 
 
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