Fenomenologia del mediocre post-moderno
di Leretico

C'é una corrispondenza indicibile, tra la mediocrità dei cretini e l'immoralità dei potenti


Nel finale del suo splendido giallo-non-giallo "A ciascuno il suo" (1966) Leonardo Sciascia fa pronunciare al prete Don Luigi Corvaia, un lapidario giudizio sul professor Laurana, protagonista suo malgrado della vicenda narrata e ucciso dalla mafia: "Era un cretino".
E la sua cretineria consisteva nel non aver capito come funzionava la società in cui viveva.

Quella sua ostinata ricerca della verità in una comunità malata
, veniva cancellata, insieme alla sua vita, come insulso corpo estraneo, eliminata come minaccia fatale. E la malattia diventava virtù, mentre la virtù si trasformava in malattia.
Il lettore nel finale rimane quindi dibattuto nel dilemma se pensare che davvero Laurana fosse un cretino, e per questo condannabile come incapace disadattato, oppure che la società in cui viveva fosse veramente esecrabile perché fondata sul peggio: la difesa egoistica dei privilegi, del potere e della ricchezza, sui privilegi e con il potere costruita.

Così Sciascia ci vuole far comprendere che quando in una società l'attitudine alla corruzione si è consolidata e ai vertici siedono i più usati frequentatori di tale qualità, chi a tale potere si oppone non può che essere considerato un cretino.

Avviene in pratica una sorta di fantastico ribaltamento
, fantastico nel senso dell'incredibile, e guai rendersene conto, pena la potenziale eliminazione.
In questo genere di società cristallizzata, solo gli ingenui, gli innocenti più che i santi, possono minacciare di scardinare il sistema, di scoperchiare il pentolone in cui bolle il brodo della decadenza, solo loro possono far inceppare gli ingranaggi della macchina che punisce i più deboli, i meno adusi, i colpevolmente innocenti.

Il cretino sarebbe dunque "inconsapevole" della realtà, è sopratutto "inconsapevole" di essere tale.
Ma in Sciascia c'è, nonostante tutto, una visione positiva, che consiste nel prefigurare una possibilità, dall'interno, che qualcuno possa minacciare lo "status quo". C'é ancora ottimismo insomma.

Tale possibilità si riduce quasi al lumicino quando invece il cretino si insedia in un posto di potere pubblico. E tale evento, purtroppo molto diffuso, può accadere perché il cretino ha potuto trasformarsi, evolversi nel frattempo da ingenuo in "mediocre post-moderno".

Lo possiamo riconoscere subito se ben guardiamo: il mediocre, l'evoluto cretino, è ambizioso e per ottenere ciò che altrimenti non potrebbe mai raggiungere, cerca aderenze politiche, oppure si mette addirittura in campo, si fa eleggere.
Tramite la politica ottiene incarichi insperabili ma sempre desiderati. Vive solitamente all'ombra di una figura più potente, ma persegue con tenacia il proprio occulto scopo personalissimo, senza capire che i suoi movimenti sin dall'inizio sono palesi, sono immediatamente identificati: altrimenti non sarebbe un cretino originario.

Il mediocre diventa micidiale quando per una imperscrutabile combinazione astrale di interessi, per un misterioso volere superiore, comincia ad essere indicato come "intelligente".
Si confonde la sua caparbietà, nel credere di essere ciò che non è, per qualità positiva.

Il mediocre, fregiatosi di questo pubblico riconoscimento, che nel suo contorto ragionare è stato conquistato valorosamente sul campo per i numerosi lavori sporchi portati a termine, comincia ad ambire a posizioni più remunerative.
Inizia a desiderare una carriera, ai suoi occhi dovuta, e per questo mette in campo ciò che conosce: la sua capacità di comprarsi il consenso con favori, regalie, ammiccamenti, denari verso chi crede lo possa far avanzare.

Acclarata la sua pusillanimità, i potenti lo lasciano fare per ottenere dei vantaggi o per non incorrere in fastidiose polemiche che invece proprio a lui chiedono di risolvere, cosa che incentiva il mediocre ancor più nei suoi progetti di grandezza e di soddisfazione.
Così si allea con altri mediocri e li protegge usando lo stesso potere di cui sta godendo immeritatamente.

Crea una rete di mediocrità che dilaga nell'istituzione in cui si trova, per nostra sfortuna, ad operare.
Facilita la strada dei violenti, dei senza scrupoli, degli egoisti e degli irresponsabili, perché in essi vede il mezzo per scalare le gerarchie, per superare ostacoli per lui solitamente insormontabili.

Se tutto va bene, quando la combinazione astrale cambia allineamento, quando il vento di favore smette di gonfiare le vele del mediocre post-moderno, tutto si smonta e un po' si recupera, ma se tutto va male, ossia se il suo potere si consolida allora le conseguenze sono distruttive.

Per rendere innocuo il mediocre basterebbe pochissimo
: innanzitutto è necessario identificare quali sono i suoi obiettivi.
Egli non dice mai apertamente di avere scopi personali, per paura di vederseli circoscritti e negati. Si nasconde dietro frasi di circostanza, attende senza opporsi, prende tempo sulle decisioni importanti, è ambiguo con chi potrebbe bloccarlo.

Ma nel frattempo sfrutta qualsiasi occasione per farsi notare.
Si fa bello con il lavoro altrui che da solo non saprebbe compiere, si pavoneggia di fronte ai più potenti solo perché potrebbero accelerare la strada che si è prefigurato di percorrere.
Per smascherarlo è necessario dunque avere il tempo di osservarlo nei comportamenti, collegare le sue azioni ai suoi scopi latenti, individuare mezzi e fini.

Interiormente, segretamente, e soprattutto ipocritamente, si compiace con sussiego della sua capacità strategica, ma non si accorge che il suo progetto è chiaro a chi lo vuole leggere e lo sa leggere.
Si capisce allora come la crescita del mediocre dipenda dal cinismo di chi lo incentiva e ha il potere di incentivarlo; si comprende come il mediocre avanzi perché c'è un potere che scientemente e colpevolmente approfitta di lui, corrisposto; si può capire come il mediocre sia utile per un disegno più grande che sempre nasconde qualcosa di poco chiaro, moralmente riprovevole, che sporcherebbe le mani di chi gerarchicamente sta sopra.

C'é una corrispondenza indicibile, insomma, tra la mediocrità dei cretini e l'immoralità dei potenti, una relazione circolare tanto più distruttiva quanto più è nascosta.
Si potrebbero portare esempi eclatanti del patto silenzioso tra mediocri e potenti, motivo per cui perdurano e, spesso indisturbati, distruggono ciò che a volte è stato costruito in anni e con molti sacrifici.

Non sprechiamo quindi tempo nel descrivere i vari dittatori e despoti che hanno costellato la storia del mondo e che si sono serviti dei mediocri per compiere le loro più basse nefandezze.

Ricordiamoci invece che il "mediocre post-moderno" può radicarsi anche nei nostri paesi, nelle nostre istituzioni più vicine e più necessarie che, pensate per essere utili alla comunità, diventano campo d'azione di questi insipienti egoisti, che non si fermerebbero davanti a nulla, nemmeno di fronte al dolore e alla disperazione dei propri simili.

Guardiamoci le spalle e facciamo in modo di non subire l'arroganza del mediocre, la più disgustosa perché subdola, la più deprecabile perché becera come la fonte da cui proviene.
Escludiamoli dalla nostra vita e dal nostro lavoro, se possiamo.
 
Leretico
 
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