In ricordo di Velo
di Marisa Viviani

È trascorsa soltanto una settimana dalla scomparsa di Avelino Busi, il Maestro Campanaro di San Gallo, e già lo si è ricordato nel modo più consono, vale a dire con il suono delle sue campane


Domenica scorsa infatti alcuni amici campanari che avevano condiviso con lui la passione per l'antica arte campanaria, si sono ritrovati al termine della messa per suonare in suo ricordo e per riprendere la consuetudine della scuola campanaria avviata dal Maestro per non disperdere la tradizione del suono manuale delle campane.

Era iniziata alcuni anni fa quell'avventura che Avelino Busi aveva definito "Scuola Campanaria", in seguito denominata "Scuola Campanari Unità Pastorale S.Arcangelo Tadini", con l'ambizione di trasmettere ai giovani la tecnica, i saperi, ma soprattutto la passione per l'arte campanaria. E due dei suoi giovani domenica c'erano a suonare le campane secondo gli insegnamenti del loro Maestro, insieme ai vecchi, ai quali ora veniva trasmessa la responsabilità di portare avanti l'eredità di Avelino. La scuola campanaria doveva riprendere la sua attività, dopo il periodo di incertezza dell'ultimo anno per i problemi di salute del Maestro.

Le premesse sono buone, per l'impegno dei campanari a continuare l'attività, anzi a potenziarla. Così, sotto con le corde, anche se con qualche incertezza, perché l'emozione causata dalla perdita del Maestro può disorientare.

- Dai, fom el tink, sito e atenti, dai: quarta, seconda, prima, tersa, quinta... beh, ghè ignìt apéna mès tink, gom de fal mei.-
Suonare le campane non è un giochetto superficiale, bisogna concentrarsi, seguire i comandi di chi dirige la suonata, sentire movimento della campana attraverso la corda; e ascoltare il suono che proviene dalla cella campanaria, nel campanile di San Gallo infatti si suona a terra, le campane sono poste molto in alto e soltanto con l'esperienza e nel silenzio si riesce a coglierne il suono.

Giulio e Luca, i campanari esperti, Giorgio e Alessio gli allievi, Sergio che dirigeva con emozione dissimulata, perché doveva sostituire la figura autorevole del fratello Avelino.

- Adesso ricordiamo il campanaro che è andato via.- L'ultima suonata in ricordo di Avelino chiude sbrigativamente il concerto, c'è un groppo che non riguarda le corde, ma che impedisce di proseguire le suonate di saluto, di commiato, di onore per il Maestro Campanaro.
C'era tutto San Gallo e non solo al suo funerale; Avelino era stimato da tutti ed ha lasciato un vuoto nella sua comunità che già si avverte, ed ancor più sarà in futuro, perché  non era soltanto un campanaro, ma anche poeta dialettale, organista, appassionato di storia locale, uomo legato alla sua terra e alle sue tradizioni.

Così è stato ricordato Avelino Busi, “Velo” per gli amici e per tutto il suo paese.
                           
Nelle foto di Luciano Saia:
. Il M° Campanaro Avelino Busi
. Sergio, Giulio, Luca, Giorgio e Alessio suonano per il Maestro Avelino

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