Profughi di Valle Sabbia
di Ubaldo Vallini

I sindaci si stanno interrogando sulla proposta del prefetto che ha dato precise indicazioni su come potrebbe essere ripartita la presenza degi richiedenti asilo in Valle Sabbia


Sei per ciascun piccolo Comune, al massimo trentatre a Gavardo, che ha più di 12 mila abitanti e dove già ne vengono ospitati quindici in più.
L’articolata ipotesi di ripartizione della presenza di richiedenti asilo proposta dal prefetto di Brescia (vedi tabella), ha cominciato a far parlare i sindaci della valle Sabbia.

Lo faranno in modo più approfondito nei prossimi giorni, magari alla presenza del prefetto stesso, convocati nella sede della Comunità montana che è il luogo principe dove prendere decisioni che alla fine riguarderanno tutti.

«La Casa della valle è aperta ed abbiamo invitato i sindaci a fare delle riflessioni al riguardo prima di tutto in casa loro, però una data per riunirci ancora non l’abbiamo – conferma il presidente comunitario Giovanmaria Flocchini, aggiungendo che dalla Prefettura non mancano forti pressioni, che non sarà facile parlare serenamente ed in modo unitario di questo problema che richiede la massima attenzione, ma che lo preoccupa molto.

«Lasciamo perdere il discorso politico e rimaniamo nel campo della solidarietà – aggiunge Flocchini -. Non sono convinto che i piccoli Comuni della valle, soprattutto quelli composti da piccole frazioni disperse su un vasto territorio, ma anche gli altri, siano in grado di gestire facilmente sei profughi ciascuno: non è per niente facile trovare degli alloggi e garantire poi a chi arriva dei servizi che magari mancano anche alla popolazione residente».

«C’è anche un problema di risorse, che magari ci sono nell’immediato, ma non sappiamo per quanto tempo.
Ad ogni modo sono questi solo alcuni dei problemi che riusciamo ad intravedere. Vedremo cosa diranno anche gli altri sindaci».

Dalla  prefettura un’indicazione ben precisa: a chi si adegua viene garantito che altri profughi sul territorio comunale non ne arriveranno
E poi i tempi, con decisioni da prendere entro la prima metà di marzo.

«Anche mesi fa in Prefettura ci avevano promesso incontri e condivisione – conclude Flocchini -. Andate però a vedere cosa è successo  ad Anfo, Vobarno e Gavardo, chiedete a quei sindaci se qualcuno ha chiesto loro qualcosa prima di inviare profughi sul territorio.
E le promesse di ridurre le presenze ad Anfo? Mi risulta che siano ancora tutti lì».


Comune Attuali
presenze
nei CAS*
Popolazione
gennaio 2016
Ipotesi
di ripartizione
Differenza
fra piano
e presenze attuali
AGNOSINE 0 1.790 6 6
ANFO 44 486 6 -38
BAGOLINO 0 3.897 11 11
BARGHE 0 1.189 6 6
BIONE 0 1.386 6 6
CAPOVALLE 0 369 6 6
CASTO 0 1.778 6 6
GAVARDO 53 12.056 33 -20
IDRO 0 1.966 6 6
LAVENONE 0 555 6 6
MURA 0 796 6 6
ODOLO 0 1.985 6 6
PAITONE 0 2.130 6 6
PERTICA ALTA 0 563 6 6
PERTICA BASSA 0 651 6 6
PRESEGLI E 0 1.514 6 6
PROVAGLIO
VAL SABBIA
0 918 6 6
ROÈ VOLCIANO 6 4.574 12 6
SABBIO CHIESE 8 3.905 11 3
SERLE 23 3.023 8 -15
TREVISO BRESCIANO 0 545 6 6
VALLIO TERME 0 1.405 6 6
VESTONE 3 4.390 12 9
VILLANUOVA SUL CLISI 5 5.773 16 11
VOBARNO 27 8.103 22 -5
TOTALE 169 65.747 227 58

CAS* = Centri di Accoglienza Straordinaria

Nel grafico balzano all'occhio un paio di dfati almeno:

- Anfo, Gavardo, Serle e Vobarno sono i Comuni che ospitano già più richiedenti asilo di quanti ne avrebbe previsti il prefetto.
- Con questa ipotesi di ripartizione la valle nel suo complesso ospiterebbe 58 profughi in più rispetto a quanti ce ne sono attualmente.

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