La festa del Brusign
di a.p.

Messa, processione e cena comunitaria, a Castel Condino, per rievocare la distruzione del paese avvenuta nel 1884


Nel lontano 1884 Castel Condino fu interamente distrutto da un vasto incendio che si era propagato in un arco di tempo ristretto. 

«Si racconta – ricorda Giorgio Pizzini titolare e gestore del bar Colomba - che ad appiccarlo in maniera involontaria furono addirittura due bambini che intendevano rosolare delle castagne.
Le fiamme nel volgere di pochi minuti avvolsero gli edifici e devastarono l'abitato, che poi venne ricostruito uguale nelle dimensioni».
 
Per mantenere viva la memoria su quella catastrofe, alimentata da foraggio, paglia e legna presente nei solai, ma anche per stimolare un senso di responsabilità e di prevenzione, ieri sera si è tenuta una messa che ha anticipato una sfilata con la banda San Giorgio ed i vigili del fuoco. 
Ad officiare la funzione l’arciprete don Vicenzo Lupoli. 

Successivamente è stata posta una corona alla lapide ai Caduti e il tutto si è concluso nel salone delle feste per una partecipata cena comunitaria . 

«Per l’occasione - fa sapere il sindaco Stefano Bagozzi – abbiamo voluto ricordare l'olocausto, con dei lumini lungo le finestre del municipio e mettendo invece dei fiori su delle altre». 

 
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