Profughi in Valsabbia e nel Bresciano: ecco i numeri
di Val.

In tutto il Bresciano, ospitati in 84 Comuni ce ne sono 2.693 (il dato è di qualche giorno fa). In Valle Sabbia è registrata la presenza di 144 profughi in tutto. Ecco dove. Rigettate la metà delle domande, per gli altri scattano forme di protezione

 
Ad Anfo, ospiti del residence Tre Casali, ce ne sono attualmente 46.
A Gavardo, sistemati in strutture diverse, ce ne sono in tutto 50 (Agriturismo 10, Astron 37, Cooperativa Laghi 3).
A Serle al Medica Residence sono 26.
a Villanuova la Cooperativa Laghi si occupa di 5 profughi.
A Vobarno la Agri-Scar di 17.

In tutto in Valle Sabbia ce ne sono insomma 144.
Nell'ipotesi che tutti i Comuni della Valle avessero deciso o decidessero di accoglierli col criterio di un "tot" ad abitante, ce ne sarebbero due ogni mille abitanti.

Potrebbero essere gestiti, coi soldi europei a questo dedicati, dai Servizi sociali che si appoggerebbero alla cooperative che già lavorano sul territorio.

Gli amministratori non avrebbero certo grossi problemi a sapere cosa succede sul loro territorio e magari a coinvolgerli in forme di intergazione (come avviene da anni ormai a Villanuova) e neppure le forze dell'ordine a controllarne gli spostamenti. 

In 84 paesi del Bresciano attualmente la presenza dei profughi si attesta sulle 2.693.

Scappano non solo dalle guerre più o meno dichiarate, ma anche da fame, violenze, soprusi, comunque violazioni dei diritti umani.

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Chi sono e come vengono gestite le richeste di asilo?
Riportiamo a questo proposito un articolo pubblicato sul Giornale di Brescia a firma di Anna Della Moretta:
 
Meno di dieci siriani hanno presentato domanda di protezione internazionale alla Commissione territoriale di Brescia da quando essa è stata istituita, nel maggio del 2015.
Meno di dieci, su un totale di 4.500 domande esaminate da allora ed una percentuale di rigetti che - secondo fonti interne alla stessa Commissione - supera di poco il 50%.

Metà domande rigettate. Dunque, la metà dei richiedenti ottiene una forma di protezione.
Nessun siriano, ma moltissime persone che giungono da paesi in cui i diritti umani sono fortemente violati.
Da Gambia, Nigeria, Mali e Senegal, ma anche dall'Estremo Oriente, con in testa il Pakistan, il Bangladesh e l'Afghanistan. E dall'europea Ucraina, teatro di un guerra non dichiarata.

Per tutti, una tragedia, che diventa ossessione e che torna ad essere tragedia. Perché non si parla di numeri, ma di persone.
E, tuttavia, a prevalere, è proprio l'ossessione dei numeri, ai quali è associata la paura nei confronti dello straniero che arriva da lontano.
Nulla di nuovo: ricordate Giuseppe e Maria in peregrinazione attraverso la Palestina in cerca di un rifugio?

Numeri. Ad oggi, nel Bresciano, i richiedenti protezione internazionale sono 2.600 su una popolazione di un milione.
La Commissione territoriale, che lavora senza sosta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 21, con quattro commissari che si alternano e che esaminano in media quattro persone a testa al giorno, dando a ciascuna circa tre ore di tempo per raccontare la propria storia, sta dunque vagliando le domande di tre-quattro mesi fa ed ha già programmato le convocazioni di dicembre e di gennaio 2017.
Ed ha competenza anche sulle province di Bergamo, Cremona e Mantova.

Il richiedente asilo riceve la risposta nell'arco di un mese ed ha un mese per presentare ricorso al Tribunale.
 
La Commissione, in venti mesi, ha esaurito l'arretrato, collocandosi al terzo posto per numero di audizioni tra le commissioni nazionali.
Non solo. Le decisioni che assume in merito all'accoglimento o al rigetto delle domande vengono confermate nel 90% dei casi in sede giurisdizionale, ovvero dai tribunali ordinari ai quali ricorrono gli immigrati che hanno ricevuto un diniego.

Nessun siriano, in fuga dalla devastazione del suo Paese, ma anche pochi somali, sebbene il loro sia un Paese che si trova in un’area incandescente dell'Africa.
Se è vero, dunque, che gli scenari di guerra – nei primi sei mesi dell'anno si registravano 35 guerre e diciassette situazioni di crisi distribuite nei diversi continenti - provocano anche la fuga di migliaia di persone, altrettanto vero è che i motivi di fuga nel mondo sono molteplici.

Ne sono una dimostrazione le storie di vita raccontate dai ragazzi convocati in Commissione: un rosario di violenze, di soprusi e discriminazioni. Di povertà totale: «Il 75% della popolazione usufruisce del 56% del reddito mondiale, mentre all'altro estremo il 23% vive in condizioni di povertà estrema» si legge nel «Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2016» appena pubblicato.

In prevalenza, i richiedenti asilo a Brescia sono uomini.
Le donne, poche, sono soprattutto nigeriane, in gran parte vittime della tratta.
Giungono da noi dopo mesi, spesso anni, di violenze lungo un viaggio senza fine per attraversare l'Africa e sbarcare in Italia stremate, dopo aver vissuto anche in Libia un tempo di vita disumana. 
 
 
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