Al presidio il paese non c'era
di Val.

Pochi i partecipanti al presidio organizzato dall'Amministrazione comunale di Anfo per manifestare pacificamente contro la massiccia presenza di richiedenti asilo al Tre Casali. Martedì, forse, novità dalla Prefettura


«Non sappiamo se è dovuto alla manifestazione di oggi oppure alle ripetute richieste dei giorni scorsi, però mi ha chiamato il prefetto fissando un appuntamento per il tardo pomeriggio di martedì. Ci andrò col mio vicesindaco».

Così il sindaco di Anfo, Umberto Bondoni, al termine della manifestazione di ieri dove tutta la popolazione era invitata a protestare per la presenza di 47 richiedenti asilo nel residence “Tre Casali”.

E sembrerebbe questo l’unico “successo” ottenuto grazie al presidio durato circa cinque ore, compresa la pausa pranzo, al quale hanno partecipato meno di trenta persone.

La metà quasi erano attivisti di “Azione Sociale”, Lura Castagna in testa, gli altri suddivisi in parti quasi uguali fra maggioranza a sostegno del sindaco e minoranza capitanata da Gianpietro Mabellini, ben distinti in due gruppetti separati.

Vero che una cinquantina di anfesi proprio ieri se n’erano andati in pullman a visitare i mercatini altoatesini, ma di “scollegati” dalla diatriba politico-amministrativa, se ne sono visti meno di cinque.
Insomma: la straordinaria presenza di profughi in quel di Anfo non sembra aver ottenuto l’effetto né di esacerbare gli animi in paese, né di compattare le compagini amministrative in campo.

«Vero, il paese oggi non c’è – ha ammesso il sindaco Bondoni -. Siamo comunque molto preoccupati e temiamo che presto possano sorgere dei problemi. Questi ragazzi arrivano ad Anfo e a Ponte Caffaro camminando anche al buio sulla Provinciale, a volte pure in bicicletta senza fari, e sostano davanti ai locali chiedendo l’elemosina.
Dovrebbero essere 46 perché uno ha deciso di andarsene e davvero non sappiamo, né abbiamo gli strumenti per capire chi sono, come si stanno muovendo o come possiamo aiutarli. Una situazione assurda.
Confidiamo nelle promesse del Prefetto, che un mese fa ci aveva assicurato che 40 sarebbero stati presto accolti altrove. Vedremo cosa ci dirà martedì prossimo.
Con sei o sette di loro siamo pronti a fare la nostra parte».
 
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